SOSTIENE PEREIRA

Di Alessia Sanvittore

Sostiene Pereira è un romanzo pubblicato nel 1994 e ideato nel 1992 da Antonio Tabucchi.

Nasce in un modo molto particolare, una mattina l’autore stava leggendo la notizia di un vecchio giornalista che aveva conosciuto in passato e che appena era deceduto. Questi si era fatto beffa della dittatura salazarista pubblicando un articolo contrario al regime e pagandone le conseguenze con l’esilio. Decide di andare a dargli l’ultimo saluto e nota che è diventato robusto e grasso, molto diverso da come lo ricorda.

Qualche tempo dopo riceve una visita in sogno dal Dottor Pereira, il quale somiglia proprio al giornalista scomparso. Il nome è ideato dall’ autore ed è  ispirato a What About Pereira, di Eliot. Il romanzo è ambientato principalmente a Lisbona nel 1938 e il protagonista è un giornalista del giornale cattolico Lisboa. E’ un uomo infelice, grasso, cardiopatico  e  vedovo, è sua abitudine riflettere e parlare con un ritratto incorniciato di sua moglie. Ama molto la letteratura, soprattutto quella francese e i suoi scrittori preferiti sono Bernanos e Mauriac.

Un giorno, leggendo un articolo del giovane filosofo Francesco Monteiro Rossi,  sulla morte, si incuriosisce e decide di contattarlo in quanto l’argomento lo spaventa e lo attrae dalla scomparsa di sua moglie. Dopo essersi sentiti al telefono si vedono in Praca da Alegria, dove Monteiro era stato invitato a cantare, e decide di assumerlo per scrivere qualche necrologio.   Vedendolo ritrova nel ragazzo se stesso da giovane, con il ciuffo che gli scivola sempre davanti e immagina un po’ anche il figlio tanto desiderato e mai avuto dalla moglie malata. I primi necrologi che gli commissiona, sono quelli di Garcia Lorca, Filippo Marinetti e Gabriele D’Annunzio ma nessuno di questi né di quelli successivi  sono pubblicabili in quanto contrari al pensiero politico dei tempi in Spagna, che attraversava la Guerra Civile. Rossi si giustifica dicendo che segue il cuore mentre li scrive e non può fare altrimenti perché vuole la libertà. Un giorno si incontrano al Café Orquidea, dove Pereira prende sempre una limonata con moltissimo zucchero, e parlando  scopre che al ragazzo la morte non interessa per nulla anzi, lo ha stancato dopo la perdita improvvisa dei genitori e ora è molto attaccato alla vita. Qui conosce anche Marta, la fidanzata di Monteiro, anch’ essa contraria alla politica del paese e scopre che è stata lei a scrivere gli elogi funebri.

Qualche giorno dopo parte per le Terme di Bucaco,  dove si incontra con il suo amico Silva con cui chiacchiera di sua moglie e di vacanze e della situazione politica europea di cui l’amico non è affatto preoccupato.

La sera cenano in un  ristorante in cui incontra il suo direttore del giornale e lo informa di aver assunto Rossi per scrivere qualche necrologio anticipato.

Al ritorno dalle terme, in treno, è seduto vicino a una signora che legge un libro di Thomas Mann in tedesco,  poco dopo chiacchierando e chiedendole come mai fosse diretta a Lisbona, scopre che la signora ha origini portoghesi ed è ebrea, aspetta il visto dall’ ambasciata americana perché l’ Europa in questo momento non è il posto più sicuro per il suo popolo.

Anche Pereira confessa di non essere per niente contento di questa situazione e la signora Delgado lo sprona a scrivere di più ed esporsi per dare voce agli oppositor del regime.

Pochi giorni dopo essere tornato a casa, si presenta Monteiro con il cugino Bruno Rossi, sono scappati dalla polizia durante la guerra civile spagnola con passaporti francesi falsi,  li tiene con sè qualche giorno poi li manda in una pensioncina a Graca.

Pereira  parte poi per un secondo viaggio, verso la clinica talassoterapica, in cui è in cura dal dottor Cardoso, medico amante della letteratura francese, con il quale stringerà presto amicizia. Ogni mattina andavano a passeggiare e discutevano di letteratura e di abitudini alimentari, che erano sempre molto monotone a base di caffè, omelette alle erbe e molte limonate e il medico gli fa  iniziare  la dieta per variare alimentazione.  A cena il dottore gli parla della teoria filosofica della confederazione delle anime che in seguito Pereira descrive  sulla pagina culturale del Lisboa. Il dottor Cardoso gli dice che è in conflitto con se stesso e con la sua anima e che se vuole pentirsi può tranquillamente farlo.

Rientra a Lisbona dimagrito e rimane per un po’ solo, Monteiro e Marta non si fanno  sentire e il dirigente del giornale non lo chiama perché procede tutto bene.

Un giorno Marta gli porta un articolo di Monteiro e nota che è molto cambiata e dimagrita le dice di riferire a Rossi di farsi vivo.

La mattina seguente va da Padre Antonio il suo confidente francescano e gli racconta di avere paura di essere eretico, gli spiega di essere stato alle terme e lo informa della teoria delle anime e secondo il padre, da un punto di vista cattolico, è eresia.

Pereira pubblica la traduzione di un racconto di Alphonse Daudet sul pentimento, ma questo testo è troppo patriottico e per questo viene ripreso dal direttore del giornale.

Ricontra al bar Orquidea il dottor Cardoso.

Una mattina si presenta  di corsa a casa del giornalista, Monteiro il quale racconta di essere riuscito a sfuggire alla polizia, a differenza del cugino Bruno, dice di essere braccato dalla polizia perché è stato trovato mentre cercava di reclutare degli alentejani.

Due mattine dopo tre uomini in abiti civili, fingendosi poliziotti fanno irruzione nella casa di Pereira per perquisire l’ appartamento e cercare Rossi che appena sente che minacciarono di morte il signor Pereira esce subito e, immediatamente i tre lo portano in una stanza e lo picchiano fino alla morte.

Il giorno dopo Pereira scrive sulla pagina culturale del Lisboa ciò che è successo a Monteiro Rossi e di come è morto, dei pestaggi, delle irruzioni fatte nel suo appartamento di persone che si fingevano la polizia, disce anche dove si trova il cadavere e osa addirittura fare la sua  firma.

Per la pubblicazione viene aiutato dal dottor Cardoso, il quale si finge il Maggiore Laurenco, ingannando la censura, poi con un passaporto falso portato da Monteiro parte frettolosamente per la Francia prima che esca il suo articolo sul Lisboa per salvarsi la vita dopo il suo atto di coraggio.