Intervista alla ricercatrice Laura Affer

Il 20 febbraio Laura Affer, l’astrofisica palermitana che ha scoperto la nuova super Terra, è venuta a trovarci nella redazione del nostro giornale “Un mondo di amici”.

Come è nata la sua passione per l’astronomia e a quanti anni si è avvicinata a questa scienza?

Sono da sempre stata attratta dall’universo. Inizialmente avrei voluto fare l’astronauta ma quando ho scoperto che tale carriera prevede una formazione di tipo militare impegnativa fisicamente, ho deciso di dedicarmi all’astrofisica.

Che studi ha fatto per diventare un’astronoma, quale università ha frequentato? Ha studiato a Palermo?

Sono orgogliosa di aver svolto tutto il mio corso di studi a Palermo. Ho frequentato il liceo scientifico Cannizzaro; poi la facoltà di Fisica e il dottorato in Fisica con indirizzo Astrofisico all’O.a.P (Osservatorio astronomico di Palermo). Ho fatto alcune esperienze di studio anche all’estero.

Che differenza c’è tra fisica, astrofisica e astronomia?

L’astronomia studia la posizione e il movimento degli astri ed è una delle scienze più antiche. Infatti, il popolo dei Sumeri studiava già i movimenti degli astri. L’astrofisica studia i principi fisici degli astri, il loro ciclo vitale e tutti i fenomeni legati ai corpi celesti. La fisica è alla base dell’astrofisica e studia la natura che lega i corpi celesti, tutte le leggi che regolano i movimenti, l’energia e tutto ciò che ci circonda.

Ha mai pensato di realizzare un documentario relativo alle sue scoperte?

Sono una persona riservata e non ho mai pensato di realizzarlo.

Ci può descrivere brevemente la scoperta della superTerra?

Il mio programma prevede l’osservazione di stelle M ossia nane rosse, più piccole e fredde del Sole. Il mio team ha selezionato più di cento stelle che, alle Canarie, vengono periodicamente osservate con il telescopio nazionale Galileo. Viene osservato lo spettro, cioè la luce che arriva dalla stella. Questa luce è composta dai sette colori dell’arcobaleno; si possono osservare alcune righe scure che ci informano sulla composizione dell’atmosfera della stella e sui minerali contenuti. Dalle oscillazioni delle righe scure si può dedurre che la stella non è ferma, quindi se c’è un’oscillazione significa che sta ruotando attorno ad un oggetto celeste.

Dei tre pianeti che ha scoperto, secondo lei in quale è più probabile la vita?

La vita in forme molto semplici è più probabile nell’ultimo pianeta scoperto. I nostri studi ci dimostrano che la vita come la intendiamo noi è quasi impossibile, anche perché le nane rosse sono molto attive e possono causare scoppi di plasma.

Da quanti membri è formato il suo team? Pensa sia importante lavorare in squadra quando si svolge una ricerca scientifica?

Quasi sempre le migliori scoperte sono fatte in squadra, è importante condividere opinioni e dubbi. E’ inoltre importante suddividere i ruoli.

A lei piacciono i libri di fantascienza?

Mi piacciono molto. Anzi, sono appassionata di questo genere di letteratura.

Come procede la sua giornata di lavoro?

Mi reco all’osservatorio astronomico alle 8:00, dove si svolgono ricerche, si effettuano analisi, si leggono articoli scientifici e si svolgono attività con tirocinanti.

La redazione di “Un mondo di amici”
Direzione Didattica “E. De Amicis” di Palermo