Il venditore di sigari

La storia di un venditore di sigari e di un cittadino tedesco in una Berlino del 1947, appena dopo la seconda guerra mondiale.

Si tratta del brano scritto dall’autore israeliano Amos Kamil “Il venditore di sigari” e messo in scena dal regista Alberto Oliva, per la durata di un’ora e trenta, nel Teatro Litta a Milano, il 24 Gennaio, alle ore 10:30.

Appena ci si accomoda, si nota subito della scenografia in legno la quale ricorda l’interno di un negozio di metà Novecento che con l’inizio dello spettacolo si capisce essere fissa.

Arriva il primo personaggio Herr Gruber, nonché il venditore di sigari, interpretato da Francesco Paolo Callegaro, che poco prima delle 6:30 sistema il negozio per l’arrivo dei clienti, lo segue l’entrata del secondo personaggio, interpretato da Gaetano Callegaro, Herr Doktor, un ex professore di filosofia di origine ebraica che vive a Berlino e che ogni giorno alle 6:30 del mattino si presenta al negozio di Gruber.

Il rapporto tra loro è particolare, non il solito tra un negoziante e un cliente abituale.

Doktor infastidisce Gruber con concetti filosofici che un negoziante dell’epoca non potrebbe conoscere o capire, oppure facendosi mostrare tutti i tipi di sigari per poi comprare quello che compra ogni giorno di basso prezzo.

A poco più di metà dell’opera Gruber rivela di essere a sua volta ebreo e un appassionato di filosofia.

Racconta la sua storia al cliente, che sta volta non apre la bocca; di come lui per non morire si sia schierato con i tedeschi vivendo situazioni traumatiche, a differenza di Gruber che è scappato in America, abbandonando tutti per di salvarsi.

A questo punto Doktor propone a Gruber di partire con lui per la Palestina e assistere alla nascita di Israele ma Doktor rifiuta.

Questo spettacolo è stato messo in scena durante la settimana della giornata della memoria, per ricordare il tragico ed indimenticabile evento avvenuto circa settant’anni fa, ma che sembra essere accaduto molto tempo prima.

Gli attori, a fine spettacolo, hanno sottolineato come sia importante che tutto ciò venga ricordato così che le persone si rendano conto di cosa l’umanità abbia dovuto passare, per fare in modo che nulla di simile possa riaccadere.

Il tema trattato in questa narrazione è quello della sopravvivenza come furbizia e presenta due modelli: schierarsi con il nemico o fuggire, restare con la propria gente o abbandonarla. Quando si è con le spalle al muro, non importa quale strada si percorre, l’importante è riuscire a trovarne una.

 

Di Pietro Pavioni – 3blssa