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QUINTO INCONTRO Più uguali che diversi – “Lezione nel laboratorio di Biologia”

L’incontro del progetto asl Più uguali che diversi” di martedì 26 febbraio è basato su una lezione di scienze naturali, tenuta nel laboratorio di biologia della scuola.

Prima di iniziare, la prof.ssa Elisabetta Bonfatti ha esposto una breve introduzione sulla Biologia: questa parola, letteralmente, significa “Discorso sulla vita”. In particolare, noi abbiamo preso in considerazione le cellule, che rappresentano l’unità di base della vita. Con l’aiuto del microscopio ottico, siamo riusciti ad osservare delle cellule animali e vegetali, ma prima di procedere, l’insegnante ha descritto questo tipo di strumento.

Il microscopio ottico è lo strumento utilizzato per osservare dettagli piccolissimi di un preparato mostrando le sue caratteristiche non visibili ad occhio nudo. È costituito da numerosi componenti: lo stativo è la parte di supporto dello strumento nel quale vengono raggruppate le parti ottiche, un tavolino traslatore in grado di spostarsi da sinistra verso destra (e viceversa) e dall’alto verso il basso (e viceversa), dalle viti per la messa a fuoco per dare maggior visibilità a ciò che si sta osservando, dagli obiettivi che sono sistemi di lenti e proiettano l’immagine ingrandita verso gli oculari. Prima di procedere con le osservazioni sulle cellule, abbiamo effettuato una prova per capire come funzionasse il microscopio ottico.

1° Prova:

Da carta di giornale, abbiamo ritagliato la lettera “A”. Dopo aver posizionato il pezzo di carta sul vetrino porta-oggetti e adagiatoci sopra il vetrino copri-oggetti, siamo andati a vedere al microscopio la lettera: si può notare che, oltre a vedere le particelle di inchiostro, è emerso che la lettere risulta rovesciata, questo a causa dell’incrocio di campi visivi nel microscopio: pertanto ciò che si osserva si rivela ribaltato. Dopo aver compreso il funzionamento del  microscopio ottico, ci siamo divisi in tre gruppi per osservare cellule animali e vegetali. Prima abbiamo considerato le cellule vegetali.

1°Osservazione:

Abbiamo eseguito la prima osservazione su una cipolla: questo vegetale è caratterizzato da numerosi strati. Sulla superficie di ogni strato di cipolla rossa è presente una sottile pellicola di cellule di colore rosso: questo colore si ha grazie alla presenza di pigmenti naturali chiamati antociani.

Dopo aver accuratamente staccato parte di questa pellicola e aver preparato il vetrino, lo abbiamo osservato al microscopio: le cellule avevano una forma rettangolare, quindi ben definibile da un punto di vista geometrico. La parete delle cellule vegetali e, quindi, della cipolla è ricca di cellulosa: questa garantisce rigidità. Si può anche notare un piccolo organulo rotondeggiante nel citoplasma di ogni cellula: si tratta del nucleo, nel quale sono contenute le informazioni ereditarie. Subito dopo aver osservato cellule vegetali, siamo passati all’osservazione di cellule animali:

2° Osservazione:

Con un cotton fioc, un membro di ogni gruppo ha prelevato col tampone dalla parte interna della guancia alcune cellule e le ha adagiate sul vetrino aggiungendo qualche goccia di acqua distillata. Al microscopio è stato possibile osservare le cellule animali: queste presentano la forma rotondeggiante e, a differenza delle cellule vegetali, non hanno una parete cellulare e, di conseguenza, sul vetrino possono anche vedersi ripiegate su se stesse.

A conclusione di questo articolato lavoro, ogni gruppo ha esposto alla classe le proprie considerazioni in merito ad una delle osservazioni proposte.

Il primo gruppo ha relazionato sul funzionamento del microscopio, compito affidato ad Amin, mentre per il secondo è intervenuto Usman. Infine ha trattato delle cellule animali il terzo gruppo, esprimendo le proprie osservazioni sulla forma della cellula e sul fatto di come si potessero ripiegare su se stesse. Alla fine della esposizione da parte di tutti i gruppi, la prof.ssa Bonfatti ha illustrato delle considerazioni conclusive sia sulla Biodiversità sia sul fatto che c’è un adattamento al luogo geografico di appartenenza.

Pertanto le diverse “etnie” possono presentare caratteristiche somatiche ben distinguibili: pensiamo ad esempio al colore scuro della pelle, degli occhi e dei capelli a protezione di chi è nato in un paese assolato come l’Africa o, al contrario, al colore molto chiaro della pelle, degli occhi e dei capelli degli abitanti del Nord Europa dove le temperature sono mediamente molto basse.

Ci piace ricordare che tutti gli uomini appartengono alla stessa “razza umana” con il seguente proverbio indiano: “Tutti i popoli sorridono nella stessa lingua”.

 

Testo di Emma Mugnani

Fotografie di Emma Cattabriga