Diritti in Internet? C’è una dichiarazione, lo sai?

Tanti articoli, tanti diritti (e doveri) ma ancora tanta inconsapevolezza tra i giovani dei temi trattati dalla Dichiarazione dei diritti in Internet

Nata come strumento indispensabile per dare fondamento costituzionale a principi e diritti nella dimensione sovranazionale, la Dichiarazione dei diritti in Internet è stata approvata il 28 luglio 2015 dalla Commissione per i Diritti e i Doveri in Internet, istituita presso la Camera dei Deputati.  Ma quanti sono i giovani che la conoscono?

Nonostante i diversi pericoli che si possono incontrare in rete, dai fenomeni del cyber bullismo alle fake news, passando per l’hate speech e gli attentati di phishing, Internet costituisce da sempre un luogo di opportunità e di crescita non solo personale e sociale ma anche professionale.

Dall’avvento al suo sviluppo inarrestabile ha infatti cancellato i confini e costituito nuove modalità di produzione e utilizzazione della conoscenza, ampliando la possibilità di intervento delle persone nella sfera pubblica.

Allora perché una dichiarazione?

I suoi obiettivi sono espressi nell’articolo 14 : “Internet richiede regole conformi alla sua dimensione universale e sovranazionale … per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedire ogni forma di discriminazione e evitare che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica”. Proprio per questo, “le regole riguardanti la Rete devono tenere conto dei diversi livelli territoriali (sovranazionale, nazionale, regionale)”.

Come anche esposto nella sezione #BillofRights del progetto Generazioni Connesse, la Dichiarazione si compone di un preambolo di 14 articoli. Ecco i punti fondamentali:

  • Nella Rete i diritti fondamentali della persona devono essere riconosciuti e come tali devono essere interpretati
  • Le Istituzioni Pubbliche devono impegnarsi per promuovere la conoscenza in Rete e l’educazione all’uso consapevole di Internet
  • Il consenso all’uso dei dati personali deve poter essere revocabile e ogni persona ha diritto di accedere ai dati raccolti, di ottenerne la rettifica e la cancellazione per motivi legittimi
  • L’accesso alla Rete con strumenti di natura tecnica che proteggano l’anonimato è un diritto, ma quando subentra la violazione della dignità e dei diritti fondamentali l’autorità giudiziaria può disporre l’identificazione dell’autore e della comunicazione
  • Il diritto all’oblio deve essere tutelato. Ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei riferimenti ad informazioni che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza pubblica
  • La sicurezza in Rete deve essere garantita, così come la dignità delle persona da abusi connessi a comportamenti quali l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza. Non sono ammessi limitazioni della libertà di manifestazione del pensiero

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di Paolo Ferrara