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“Sex Education”, gli adolescenti di oggi tra sesso e tabù

Giovani e sessualità. Binomio estremamente attuale nonché tematica fonte di innumerevoli spunti per la cinematografia e la serialità televisiva.
Negli ultimi anni, diversi registi si sono avvicendati nel tentativo di rappresentare sul grande e piccolo schermo i turbamenti e le pulsioni affettivo-sessuali che da sempre caratterizzano l’età adolescenziale. Da Dawson’s Creek” a The OC”, passando per Skins” e Thirteen Reasons Why”, il genere teen drama” ha il merito di aver affrontato lo spinoso argomento in maniera straordinariamente sincera e disinibita.
Sex Education” (serie televisiva inglese prodotta da Netflix e rilasciata sulla stessa piattaforma l’11 gennaio 2019) si inserisce perfettamente in questo filone, apportandovi, al tempo stesso, alcune interessanti e significative novità.
Protagonista è Otis (interpretato da Asa Butterfield), un sedicenne vergine, sessuofobo e al limite della sociopatia che, supportato dagli amici Eric e Maeve (rispettivamente Ncuti Gatwa ed Emma Mackey), allestisce una sorta di “clinica del sesso”, aiutando i suoi coetanei ad affrontare diverse problematiche legate all’eros e all’accettazione del proprio corpo. Il telefilm riesce a raccontare la sessualità negli adolescenti attraverso una considerevole ma efficace mescolanza di generi, spaziando dal drammatico fino al comico con una sorprendente disinvoltura.
Sebbene mantenga alcune delle caratteristiche proprie del teen drama, Sex Education” differisce in maniera sostanziale dai suoi predecessori. I continui ed espliciti riferimenti a sfondo sessuale non scadono mai in ritrosie o castigatezze eccessive, poiché ognuno di questi momenti è funzionale allo sviluppo narrativo della trama.
La vivacità dei dialoghi ed il ritmo incalzante che scandisce ogni episodio sono accompagnati da una nutrita schiera di personaggi, i quali, pur rispecchiando sotto diversi aspetti i clichés della più brillante commedia, presentano una profondità ed un’introspezione che difficilmente incontriamo in una serie destinata ad un pubblico adolescenziale. Caratteristica, quest’ultima, che consente agli autori di affrontare tematiche delicate, tra le quali, ad esempio, l’aborto, il bullismo, lo slut- shaming, l’omofobia e la separazione dei genitori. Le brillanti performances di un cast composto quasi interamente da giovanissimi attori arricchiscono ulteriormente il valore della serie. Asa Butterfield mostra un’eccezionale credibilità nel vestire i panni di un adolescente in continua oscillazione tra la sicurezza e l’imbarazzo, la disinvoltura e l’inibizione. Sorprendente anche l’interpretazione di un’attrice rodata e dal curriculum ben più ricco come Gillian Anderson, che qui vediamo nel ruolo di una madre moderna ed anticonformista.
Degna di nota è, inoltre, la ricercata fotografia di Ben Taylor, ricca di colori accesi ed illuminazioni suggestive, a contrasto con il “grigiore” e le inquadrature speculari che prevalgono solitamente nei prodotti della serialità britannica. In conclusione, ecco dunque che Sex Education”, specie se paragonato alle altre proposte facenti
parte del catalogo Netflix, si presenta come una “ventata d’aria fresca”, accattivante e di grande attualità grazie alla scelta delle tematiche e al modo in cui queste vengono affrontate. Da non perdere.
Ignazio Galeano, IVD