Venezuela: ecco perché Maduro è un dittatore

Ultimamente molti giornali e telegiornali parlano della crisi politica, sociale ed economica del Venezuela, ma pochi sanno che questa crisi c’è da molto tempo. In Italia da qualche mese si parla di Venezuela, ma questa situazione è una difficile realtà che si era presentata anche durante il governo di Hugo Chavez, predecessore di Maduro.

Il Venezuela è uno tra i Paesi con la maggior produzione ed esportazione di petrolio del mondo. Infatti, alla base della sua economia vi è proprio il petrolio, che però è stata la causa della sua crisi economica. Il prezzo del petrolio diminuì causando una crisi economica generale aggravata dal governo chavista. Chavez era molto apprezzato dal popolo venezuelano per le sue politiche anti-americane e a favore dei ceti più bassi della popolazione. Chavez si guadagna il consenso pubblico ed è per questo che il giorno del suo funerale, molti venezuelani, anche di fronte alle telecamere italiane, si dichiarano dispiaciuti per la sua morte, quello che pochi sanno è che questo sarà l’inizio della loro rovina. Quanti di voi sanno che per andare a comprare nei supermercati era ed è necessaria la carta chavista? Ancora non vi era una dittatura, ma chi non appoggiava e non appoggia il governo non può nemmeno nutrirsi. Come condanna finale, Chavez, prima di morire chiede un ultimo favore, un’ultima richiesta che sarà fatale: Chavez chiede di votare per Nicolas Maduro, suo braccio destro. I voti parlano chiaro e Nicolas Maduro vince con il 50, 63% dei voti, ma molti ancora oggi ritengono che le elezioni siano state truccate. In effetti bisogna ammettere che non è stata una vittoria condivisa dal popolo venezuelano. Nei successivi 2 anni la situazione peggiora e nonostante la crisi economica, il Venezuela resiste.

Le elezioni parlamentari del 2015 sono l’inizio del conflitto politico tra partito democratico e partito chavista. In Venezuela ci sono 2 enti che gestiscono il Paese: il parlamento e il tribunale della giustizia. Quest’ultimo ha il compito di approvare o bocciare le proposte di legge del parlamento. Data la situazione grave in cui riversa il Paese, il popolo vota per il partito democratico che guadagna la maggioranza dei voti e quindi anche la maggioranza in parlamento. Il partito democratico, assistendo alla situazione grave i cui riversa il Paese, decide di fare una proposta di legge per dimettere Maduro dal suo incarico. Tuttavia, la legge viene bocciata dal tribunale della giustizia, dato che è composto quasi totalmente da membri del partito chavista. Il parlamento riproverà diverse volte a far approvare la legge, ma nulla. Il tribunale supremo della giustizia è stanco di tutte queste proposte e decide di assumere gli incarichi del parlamento. In pratica,Maduro mette in atto un colpo di Stato perché il parlamento non esiste più e i cittadini, il cui voto poteva eleggere i membri del parlamento, perdono il loro potere democratico. Da qui inizia la grave crisi venezuelana. Maduro diventa un dittatore a tutti gli effetti. Niente aiuti umanitari, perché potrebbero influenzare la politica del Paese e quindi Maduro non avrebbe più il potere assoluto. Niente contatti con l’estero e questo vuol dire niente medicine, niente prodotti per l’igiene personale e pochissimo cibo. Si può fare la spesa solo una volta a settimana, sperando di trovare qualcosa al supermercato e di non stancarsi davanti alla fila di persone affamate che lottano anche per un pezzo di burro sciolto. Si crea il caos e molti decidono di andarsene, chi rimane rischia di morire di fame o di essere rapito dai soldati. Infatti l’esercito è sotto il controllo di Maduro e anche se i soldati potrebbero essere contro di lui, devono pensare alle loro famiglie ed eseguire gli ordini.

Juan Guaidó, appoggiato dalle opposizioni, viene eletto Presidente del Venezuela in contrapposizione con Maduro. Alcune nazioni lo appoggiano ma altre decidono di sostenere Maduro. Molte persone decidono di appoggiare il presidente chavista convinte che la situazione sia stata creata dagli ultimi conflitti politici. Per capire l’influenza creata dal partito chavista basta guardare la bandiera del Venezuela dove ci sono 8 stelle. In realtà sono 7 gli stati che compongono il Paese, ma Chavez aggiunse una stella per ricordare che anche la Guayana faceva parte del Paese, anche se di fatto non ne fa parte. Per questo, alcuni oppositori rovesciano la bandiera per contestare il governo.

Oggi il Venezuela riversa in uno stato terribile. Infine, è doveroso ricordare che il Venezuela racchiude un patrimonio immenso, tra cui la cascata più alta del mondo e parte dell’Amazzonia, per non citare le tradizioni che sono una parte fondamentale della cultura sudamericana.

Irene Bevacqua 4° DL