Emoji: nuovo modo di comunicare.

                                                                         

Ogni giorno le emoji,entrate nel nostro modo di scrivere quotidiano,ci aiutano a comunicare le nostre emozioni.

Sono subito entrate nel cuore di tutti.

Pochi sanno che le emoji sono nate in Giappone a fine anni ’90:la prima fu creata da Shigetaka Kurita. Il primo set aveva all’incirca 172 simboli pittografici, utilizzato nel sistema giapponese i-mode, prima piattaforma del web che collegava i telefoni cellulari a internet.

Queste icone nascono ispirandosi ai manga,ai caratteri cinesi e ai segnali stradali. La parola emoji nasce dall’incastro delle parole giapponesi che significano “icona” e “carattere scritto”.

Verso la fine del 1900, Nicolas Loufrani comincia a creare delle emoticon colorate che corrispondessero in qualche modo ai caratteri ASCII già esistenti, grazie ad una combinazione di simboli della punteggiatura preesistenti. I disegni vengono registrati e pubblicati come gif.

E’ il linguaggio che è cresciuto più velocemente nella storia. Dopo le prime icone di Kurita, c’è l’introduzione nella tastiera su dispositivi Apple di immagini. Ciò ha stabilito il loro successo:oggi possiamo scegliere tra oltre 1800 emoji. Si può persino scegliere il sesso e il colore della pelle dei piccoli omini stilizzati,inviare cuori di ogni colore e stile,scegliere oggetti e cibi.

Una emoji,quella che rappresenta la faccia che ride, è stata eletta parola dell’anno dall’Oxford Dictionary nel 2015 ed è anche quella più usata nel mondo.

C’è un limite alla diffusione delle emoticon e delle emoji, l’immagine non potrà mai sostituire la parola scritta, o magari finiremo per scrivere leggi e poesie con le faccine.

Speriamo di no. 🙂

 

Sabrina Paolillo e Carmela Merenda.