Ettore Majorana: in fuga dalla scienza

Ettore Majorana, classe 1906, Catania. Il più silenzioso e schivo dei “ragazzi di via Panisperna”, gruppo di studenti che ruotavano intorno ad Enrico Fermi, grande figura italiana in campo della fisica e della chimica. Giovane scaltro, intelligente, unico nel suo gruppo di conoscenze, scompare in circostanze misteriose alla fine di marzo del 1938. 

Fin da bambino si differenzia per le sue insolite conoscenze e competenze, tanto dal diplomarsi tre anni prima dei suoi coetanei ed entrare nell’elitario circolo di prediletti studenti del sopracitato Fermi. Un testimone diretto, Bruno Pontecorvo, affermò: “Qualche tempo dopo l’ingresso nel gruppo di Fermi, Majorana possedeva già una erudizione tale ed aveva raggiunto un tale livello di comprensione della fisica da potere parlare con Fermi di problemi scientifici da pari a pari”.

Dal 1928 fino al 1933, Majorana pubblica otto articoli, tra i quali spicca “La teoria quantistica dei nuclei radioattivi”, nel quale dichiara di aver studiato il comportamento di “particelle inafferrabili”, effettivamente scoperte e studiate solo venticinque anni dopo. Poi vi fu il silenzio, interrotto nel 1937, quando, partecipando ad un concorso per ottenere una cattedra universitaria, scrive un breve articolo. La commissione, nell’esaminare il suo breve saggio, dice di lui: “Ci si trova unanime nel riconoscere […] l’opportunità di nominare il Majorana professore di Fisica Teorica per alta e meritata fama in una Università del Regno, indipendentemente dal concorso”.

Il Majorana salpa la sera del 25 marzo 1938 su un traghetto diretto da Napoli a Palermo, le sue ultime tracce sono datate 26 marzo 1938. Molte sono state le congetture che tenterebbero di spiegare alla comunità scientifica cosa ne sia stato dell’illustre giovane italiano, ma il filo conduttore che accomuna queste teorie (il ritiro in un convento, il suicidio, prestare servizi ai tedeschi prima della seconda guerra mondiale) è unico: secondo alcuni suoi amici, negli ultimi giorni di intenso studio, aveva scoperto qualcosa di talmente sconvolgente che, secondo Majorana, avrebbe portato alla distruzione della società, così come la si conosceva.

Ad oggi sappiamo che Majorana ed i suoi studi contribuirono, in parte perché mal interpretati, alla realizzazione della bomba atomica, che portò, come il fisico temeva, a grandi stragi (ricordiamo Hiroshima e Nagasaki). Ed è forse per questo che decide di lasciare dietro di sé una sottile nube di incertezza, perché ben consapevole del peso delle sue incredibili scoperte.

 

di Elisa Locci