Una gabbianella e un gatto ci insegnano la democrazia

Quest’anno in classe abbiamo letto il libro “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda. E’ la storia di kengah una gabbiana che mentre pesca delle aringhe in mare va a finire per sbaglio in una macchia di petrolio. Riesce a portare a riva il suo uovo, lo affida al gatto Zorba e poi muore tristemente. Nonostante di solito i gatti mangino le uova, Kengah riesce a farsi promettere da Zorba che non soltanto coverà l’uovo, ma che insegnerà al pulcino a volare! Dopo molte difficoltà e nonostante le continue battaglie con i topi che vorrebbero mangiare Fortuna, la giovane gabbiana figlia di kengah, il gatto Zorba riesce a mantenere la sua promessa. E’ evidente che si parla di inquinamento e dei danni che provoca alla vita di tutti gli esseri viventi; si parla anche di amicizia perché Zorba non sarebbe riuscito nella sua difficile impresa senza l’aiuto dei suoi amici gatti. Vedendo il film del regista Enzo D’Alò, però, abbiamo fatto nuove riflessioni che ci erano sfuggite dall’ascolto senza immagini. Abbiamo notato le differenze nell’aspetto fisico dei personaggi. I topi sono tutti uguali, hanno tutti la stessa forma e dimensione, vivono tutti nelle fogne e non conoscono altre realtà. I gatti sono diversi tra loro non soltanto nel colore, nella forma e nella dimensione ma anche nel modo di pensare, vivono in ambienti molto diversi (casa, porto, strada ecc.) dove comprendono cosa è la libertà. Le domande che ci hanno posto le maestre durante il dibattito dopo la visione del film, ci hanno fatto notare anche che i topi parlano sempre in coro ed eseguono gli ordini del loro capo senza chiedersi il perché e senza discutere; i gatti invece non hanno un vero e proprio capo ma un gatto anziano che li guida quando si riuniscono per ascoltare il parere e le proposte di ognuno; solo dopo prendono le decisioni sul da farsi. I gatti rappresentano quindi la democrazia e la diversità, tra loro ci sono sentimenti di amicizia, di lealtà e solidarietà che permettono di riuscire nella difficile impresa anche se non mancano errori e litigi. Infatti l’errore come ci insegnano sempre a scuola serve ad imparare; va rivisto per trovare una soluzione corretta meglio se con l’aiuto dei nostri amici. Nell’atteggiamento dei gatti rivediamo il nostro lavoro in classe; noi la chiamiamo “correzione collettiva” Concludiamo questa breve recensione del film con la frase che conclude sia il film che il romanzo: VOLA SOLO CHI OSA FARLO! Significa che dobbiamo sempre provare a raggiungere i nostri obiettivi anche se ci sembrano difficili. Non dobbiamo abbandonare i nostri sogni e con l’aiuto di chi ci è vicino, la nostra famiglia, le nostre maestre, i nostri compagni e amici questi potranno realizzarsi.
Classi VD e VE
Direzione Didattica “E. De Amicis” di Palermo