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Violenza ostetrica: ciò che le donne italiane subiscono durante il parto

Secondo la prima ricerca nazionale, realizzata dalla Doxa, per conto dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica, in Italia una mamma su cinque, il 21% del totale, riferisce di avere subito qualche forma di violenza ostetrica, fisica o psicologica, alla prima esperienza di maternità.

Per “violenza ostetrica” si intendono trattamenti irrispettosi, procedure mediche imposte senza adeguate informazioni o a scapito dei desideri della partoriente, abusi, maleducazione, mancanza di sensibilità, rifiuto di offrire un’adeguata  terapia del dolore. Tutti fattori che possono traumatizzare e umiliare profondamente le neo mamme. È da precisare che ad esercitarla non sono esclusivamente le ostetriche, anche gli operatori sanitari tenuti a prestare assistenza alla donna e al neonato. In generale fa riferimento all’imposizione, ormai standardizzata in molti ospedali italiani, di cure o pratiche alle partorienti senza aver ottenuto il loro consenso o addirittura contro la loro volontà

Durante l’esperienza che dovrebbe essere la più emozionante nella vita di una donna, 4 mamme su 10 dichiarano di aver subito azioni lesive della dignità personale.

In particolare, la principale esperienza negativa vissuta durante la fase del parto è la pratica dell’episiotomia, subita da oltre la metà (54%) delle mamme intervistate. Si tratta di un’incisione del perineo praticata durante il parto per allargare l’apertura vaginale quando la testa del bambino comincia ad affacciarsi verso l’esterno. Questa pratica dovrebbe essere attuata solamente in alcuni casi selezionati, ma sembra essere molto diffusa soprattutto in Italia. Sarebbe anche stato provato che questa pratica non comporti alcun tipo di miglioramento, bensì fonte di una maggiore incidenza di complicazioni.

Inoltre, dodici donne su 100 affermano che gli sia stata negata la possibilità di avere una persona di fiducia accanto durante il travaglio e il 19% delle mamme denuncia anche la mancanza di riservatezza.

Recentemente, a tali propositi, è nata una campagna su Facebook chiamata “Basta tacere” , quest’ultima ha raccolto le testimonianze di migliaia di donne vittime di abusi e maltrattamenti ed è stata la fonte da cui è nato l’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica finalizzato a rendere visibile un fenomeno attualmente poco conosciuto.

Aurora Blasco, 4DL