Wikipedia contro la direttiva sul diritto d’autore

Cosa sta accadendo nel parlamento europeo in merito alla direttiva sul diritto d’autore online?

Lo scorso 13 Febbraio è stata proposta, dal trilogo (Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione), la Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale. Sarà il parlamento se deciderà di accettare la proposta e farla divenire legge o farla, semplicemente, decadere.

Da dove è nata l’idea del diritto d’autore online?

Il problema principale della libertà in rete è, sicuramente, quello del diritto d’autore. Chiunque può, infatti, scaricare immagini, musica, video e testi qualsiasi da una qualunque pagina web senza curarsi minimamente del problema della privacy. Vittima di questo flusso incessante è, in primo luogo, il patrimonio culturale e artistico, e, inoltre, un qualsiasi artista che decide di esprimere la sua arte sul web.

Anche la Siae interviene denunciando tutte quelle piattaforme che traggono vantaggio dalla produzione altrui senza, però, volersi assumere la responsabilità della violazione del diritto d’autore.

Cosa sta succedendo a Wikipedia?

L’enciclopedia libera ha deciso di aprire una campagna contro la Direttiva sul diritto d’autore. Dalle 8 di questa mattina e fino alle ore 11 circa della giornata di domani, Wikipedia ha oscurato tutti i suoi contenuti, invitando i lettori a contattare i rappresentanti parlamentari perché domani, giornata stabilita per il voto in merito alla dichiarazione, non vada in porto la legge in questione.

Il problema principale subentra nel momento in cui la legge, invece di salvaguardare il lavoro e l’espressione altrui, lo limita, poiché, quest’ultimo non è nelle condizioni necessarie per sostenere le riforme.

Questa Direttiva contro il diritto d’autore sembra proprio non piacere ai giganti della rete, che non hanno perso la loro occasione per schiararsi contro gli articoli 11 e 13. Per sapere l’esito, però, bisogna attendere domani, giornata in cui il parlamento voterà a favore o contro della Direttiva.

Non ci resta che attendere notizie da Strasburgo.

 

di Mariachiara Grosso