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LA REGGIA DI PORTICI: TRA STORIA, PRIMATI E PUBBLICITA’. INTERVISTA AD ALESSANDRO MANNA

In data venerdì 22 marzo si è tenuta alla reggia di Portici una mostra di arte moderna dal titolo “Paesaggi immaginari”. Abbiamo avuto il piacere di intervistare alcune delle principali personalità dell’evento.

Alessandro Manna, direttore dell’associazione Siti Reali, che vanta la gestione di ben 13 residenze reali, 15 musei e collezioni e ben 4 siti archeologici, oltre che a 23 parchi, 19 real fabbriche e 14 prodotti locali, è stato molto disponibile ad accettare di rilasciarci un’intervista.

Re: Ci può parlare brevemente della reggia di Portici?

A.M: La residenza di Portici è una delle prime residenze borboniche costruite in area vesuviana nel 1738. Nacque principalmente per dar via alle imprese archeologiche che Carlo di Borbone voleva iniziare a creare sul territorio. Proprio nella reggia di Portici venne allestito il così detto museo Herculanense, che ospitò tutti i reperti provenienti dagli scavi di Ercolano e di Pompei. I maggiori viaggiatori del tempo, primo fra tutti Johann Wolfgang Goethe, furono desiderosi di visitare questo spettacolare complesso museale.

Re: Da cosa è dovuta, secondo lei, la scarsa conoscenza dei giovani riguardo questa reggia?

A.M: La scarsa conoscenza della reggia non dipende direttamente dalla reggia in sé. Essa è un museo visitabile solo da 7 anni, ma è aperta al pubblico in maniera regolare solo da un anno e mezzo. È chiaro che serve un grande lavoro di informazione e divulgazione per far sì che questo sito possa essere visitabile da più persone possibile.

Re: Nella collezione botanica della reggia ci sono alcune specie rarissime. Gli enti istituzionali vi aiutano in qualche modo a difendere questi primati?

A.M La comunicazione con gli enti istituzionali c’è ma spesso è difficile. La reggia possiede alcune collezioni presenti solamente in alcuni orti botanici europei, come per esempio quello di Berlino e di Londra. Questa residenza è un luogo di studio, di collezioni, di archeologia, luogo d’arte e anche un luogo che possiede un proprio patrimonio di biodiversità, proprio perché essa è circondata da due grandi boschi, che si espandono fino a 44 ettari. È importante tutelare anche questo aspetto botanico, proprio perché esso rappresenta uno dei polmoni verdi dell’area vesuviana.

Francesco Maddaluno, La voce dei giovani.