‘Hunger Games’: la recensione del film

“Hunger Games” è un film di genere post-apocalittico tratto dal romanzo omonimo di Suzanne Collins.

La storia è ambientata in un futuro non definito, dove la città di Capital City controlla i dodici distretti situati nelle sue vicinanze. La popolazione della città capitale vive negli agi, mentre i cittadini più poveri nei distretti ogni anno devono patire i terribili Hunger Games; infatti, ogni distretto (numerato da uno a dodici) deve sorteggiare i nomi di un ragazzo e di una ragazza, di età compresa tra i dodici e i diciotto anni, da mandare nella terribile arena degli Hunger Games, dove di ventiquattro giovani solo uno ne  esce vivo. Questa “tortura” viene apprezzata dai capitolini come un reality show, ed essi non mostrano alcuna pietà nei confronti dei concorrenti.

Katniss Everdeen, una ragazza del distretto dodici, si offre volontaria al posto della sorella, troppo piccola e debole per reggere gli Hunger Games. Giunta nell’arena, realizza di avere due obiettivi: il primo, quello di sopravvivere; il secondo, quello di rovesciare il sistema di Capital City costruito sulle ossa dei ragazzini e sulle risa dei nobili.

Il film è emozionante ed è girato in modo che, come nel libro, chi guarda si immedesimi nel personaggio di Katniss, forte e determinata. Ci sono numerose scene di suspence e di violenza cruda, ma ben si sposano col contesto generale. Gli attori sono stati capaci di trasmettere la tensione e la sofferenza che chiunque avrebbe provato in quella situazione. Il peso e l’oppressione della morte gravano nella mente dello spettatore, che potrebbe trovarlo spiacevole. La mano invisibile di un sistema politico potente ed irremovibile oscura i cieli dell’arena degli Hunger Games, aumentando la determinazione di Katniss.

La regia ed il montaggio rispecchiano la stato d’animo di Katniss: certe volte le immagini sono confuse e frenetiche, mentre altre si soffermano su dettagli interessanti, con uno sguardo stupito e curioso.

Il film di Hunger Games trasmette la stessa morale del libro: ogni rivoluzione nasce da una scintilla.

Giulia Zoe Carnevali, classe 3A