Anime, roba da ragazzini o da adulti?

Guardi ancora gli anime? Cosa sei un bambino? Queste le domande che, spesso, un occidentale rivolge a chi, ormai cresciuto, segue ancora gli anime. Dall’abbreviazione del termine giapponese animēshon,  gli anime indicano, per noi occidentali,  animazioni di produzione giapponese. Gli anime non sono solo destinati ad un pubblico di età infantile, ma sono rivolti anche ad adolescenti e adulti.

Esistono anime “shonen” (per ragazzi), anime “shojo” (per ragazze), “seinen” (per uomini adulti) e “josei” (per donne adulte). Un anime “shonen” o “seinen” risulterebbe noioso agli occhi di un bambino, viste le riflessioni mature che può offrire. “L’attacco dei giganti” ha una trama complessa ed intrecciata, dove niente è come sembra;  “Erased” presenta una storia particolarmente articolata; “The promised Neverlands” è un anime uscito da poco, che sta avendo grande successo grazie a personaggi interessanti e ad una trama particolarmente avvincente.

Inoltre, ci sono molti altri anime nati per essere destinati ad un pubblico infantile, ma che col tempo si sono adattati per soddisfare anche un pubblico più maturo. Per citare un esempio noto a tutti, “Dragon Ball”, è nato inizialmente per bambini ed in seguito, nonostante la trama un po’ banale,  ha coinvolto spettatori di età sempre maggiore.

Questo è uno dei motivi per cui “Dragon Ball” è stato censurato per anni in Italia, fino a quando non è stato riadattato per essere nuovamente fruibile ad un pubblico infantile.

Giuseppe Costanzo 3B