L’ALTRA FACCIA DEI CYBERBULLI

 

Il cyberbullismo è un fenomeno che si verifica molto spesso tra gli adolescenti e che, a volte, può rovinare la loro vita…

“Fai schifo”, “Obesa”, “Devi morire”, “Ignorante”, “Palla di lardo”, “Brutta”, “Poco di buono”, “Secchione”, “Orrenda”, “Sei solo un cretino”, “Gay schifoso”: questi sono solo alcuni degli insulti che si vedono di più sul web.

Il cyberbullo è colui che, attraverso internet, insulta chi, secondo lui, è più debole.

Ma perché i cyberbulli fanno questo? Probabilmente perché alle spalle hanno una vita difficile e per sfogarsi, non avendo nessuno con cui farlo, prendono in giro gli altri per sembrare forti.

Ci sono due principali tipi di cyberbulli: quelli che lo fanno per mostrarsi più “fighi” agli occhi della gente, e quelli che lo fanno per divertirsi. Soprattutto questi ultimi si sentono protetti dietro lo schermo e non possono neanche immaginare quello che la vittima prova.

Alcune volte quest’ultima non dà molta importanza agli insulti, molte altre, invece, la vittima cade in depressione fino al punto di tentare il suicidio. Ma non è questo quello che si dovrebbe fare.

Prima di tutto, specialmente se il ragazzino è alle prime armi con il mondo dei social, i genitori dovrebbero controllare le chat, evitando che si diano informazioni personali o si mandino foto proprie a persone conosciute su internet. Poi si potrebbe provare a parlare con il bullo e fargli capire che i suoi comportamenti sono sbagliati. E non provare mai a ripagare con la stessa moneta.

Per evitare di subire continuamente gli stessi insulti bisogna bloccare il prima possibile tutti i social del bullo, così da fargli capire che è arrivato al limite.

Poi, per avere delle prove da segnalare alle autorità come la polizia postale, sarebbe utile stampare tutti i messaggi che contengono degli insulti.

Bisogna anche evitare di fare parte dei gruppi o delle chat dove si è stati attaccati e cambiare l’indirizzo email, il numero di telefono o i profili social.

Infine, le cose più importanti da fare sono parlare dell’accaduto con i genitori e DENUNCIARE, perché solo così può mettere fine a tutto, senza togliersi la vita o ripagare con la stessa moneta.

 

 

Catalano Chiara

Dallari Francesca Paola

2 F       I.C.S. Giotto-Cipolla