• Home
  • Blog
  • Articoli
  • DECIMO INCONTRO Più uguali che diversi – L’arte in ognuno di noi

DECIMO INCONTRO Più uguali che diversi – L’arte in ognuno di noi

Dedicate all’arte sono state le ultime due lezioni del progetto. Mercoledì 10 aprile, penultimo incontro del percorso, nel laboratorio di disegno i professori Donato Boschetti e Vittoria Salamone ci hanno proposto di realizzare un disegno a tempera seguendo l’ispirazione suscitata dalla musica.

Abbiamo lavorato, infatti, con l’accompagnamento di brani musicali tratti dall’album intitolato Graceland di Paul Simon, composti durante un viaggio a Johannesburg in Sud Africa, in collaborazione con artisti africani e americani. Questi brani possono considerarsi esito di un incontro di musica africana e altri generi musicali praticati in Occidente.

Sulla Lim scorrevano le immagini di alcune opere di Vassily Kandiskij, pittore russo precursore della pittura astratta, per il quale esiste un nesso strettissimo tra opera d’arte e dimensione spirituale. Secondo l’artista, il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un “effetto fisico”, superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; un “effetto psichico” dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell’uomo) attraverso cui il colore raggiunge l’anima. L’effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono.

E’ questo il motivo della scelta di Kandiskij per il laboratorio, il cui scopo è stato quello di verificare su ciascuno di noi, sulla nostra sensibilità e sulla nostra immaginazione, l’effetto della duplice sollecitazione, visiva e musicale. Anche la scelta dei brani musicali non è stata casuale. In un gruppo classe come il nostro, una musica “mista”, esito di un incrocio di differenti stili musicali, poteva provocare sollecitazioni diverse e quindi risultati grafici differenti.

Dopo aver composto un’opera con le tempere le abbiamo dato un titolo e abbiamo spiegato   alla classe cosa si aveva disegnato e a che cosa ci si era ispirati.

Per esempio Lavinia, che ha intitolato il suo disegno “Faccia scomposta”, ha detto di aver  disegnato linee, forme di diversi colori in base all’andamento della musica, di essersi resa conto  alla fine che sul foglio comparivano un occhio, una bocca, una lingua e un sopracciglio, motivo per cui  il disegno è stato chiamato in questo modo.

Eleonora, la cui opera s’intitola “Caos”, spiega che il suo disegno è il frutto di una serie di pennellate dettate dai diversi pensieri provocati dalla musica, che l’alternativa dei colori e delle linee è dovuta alla diversità e all’intensità di ciò che passava per la mente.

Il disegno intitolato “Pentagramma disordinato” di Maria Cristina è stato ispirato dalla musica che è miscuglio di armonie e ritmi contrastanti, africani e occidentali, da qui la decisione  di creare un pentagramma fatto di curve percorso in diagonale da note musicali distorte.

E’ stata per me un’esperienza molto coinvolgente, perché abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci meglio quando, spiegando i nostri disegni, abbiamo esposto agli altri la nostra personale interpretazione dei colori e della musica, diversa per ciascuno.

 

Testo di Beatrice Mascari

Foto di Samuele Tocco