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L’Eccidio di San Marcello per commemorare i partigiani morti

La manifestazione, che si è tenuta oggi 24 marzo a Invorio, è stata organizzata per commemorare i partigiani caduti nell’Eccidio di San Marcello ma anche tutti i partigiani che si sono sacrificati per la libertà d’Italia.

L’appuntamento era alle 15 presso il Monumento dei Caduti di Invorio, dove si è tenuta la commemorazione dell’Eccidio di San Marcello per ricordare i partigiani morti per la libertà d’Italia.

Appena iniziata la manifestazione, l’ultimo partigiano rimasto, Cavalier Maiocchi di 91 anni, ci ha parlato dei 10 partigiani morti per la libertà: Ballerini Ugo (20 anni), Bertona Mario (Vento, 23 anni), Leggeri Filippo Vincenzo (Memo, 21 anni), Garzonio Carlo (Nuvola, 25 anni), Godio Giacomo (Tom, 19 anni), Livi Amleto (Matteotti, 23 anni), Negri Edmondo (Generale, 23 anni), Piantanida Angelo (Brighin, 19 anni), Quirini Piero (Quiri, 18 anni) e Padrini Carlo (Civile, 70 anni).

In seguito, Don Marco, il parroco di Invorio, ha recitato una benedizione, per questi giovani partigiani che hanno dato la loro vita per l’Italia. Insieme a noi partivano anche dei ciclisti per posare una corona di fiori presso i cippi commemorativi.

Al termine, ci siamo diretti verso il Cippo Comulativo, presso il quale i ragazzi del CCR -il consiglio comunale dei ragazzi- hanno tenuto un discorso e, con alcuni ragazzi della scuola secondaria di Invorio hanno cantato ‘Bella ciao’ e ‘Fischia il vento’, canzoni partigiane.

La tappa successiva è stata alla chiesa di San Marcello a Paruzzaro nella quale i ragazzi del CCR hanno esposto, dialogando, la vita dei partigiani morti e una riflessione sul ruolo delle donne nella Resistenza. A conclusione dell’intervento si è cantata la canzone ‘Valsesia’.

E, per finire, ultima tappa è stata alla Pro Loco di Paruzzaro dove sono stati venduti i libri intitolati ‘La Storia Siamo Noi’, scritti da alunni delle classi terze della scuola secondaria di Invorio qualche anno fa; si poteva anche bere e mangiare panini, risotto e tiramisù.

di Edoardo Bertossi, classe 1D
scuola secondaria di primo grado Petter