‘La regola del silenzio’, un thriller made in Usa

di  Damiano Cavarra

“La regola del silenzio- the company you keep” è un film del 2012 per la regia di Robert Redford, che in questo caso interpreta anche il protagonista.

Jim Grant è un avvocato che vive ad Albany (New York) con la figlia. Quando Sharon Solarz, componente di un gruppo pacifista radicale attivo negli anni della guerra nel Vietnam, viene arrestata dopo 30 anni di clandestinità, un giovane giornalista, Ben Shepard (interpretato da Shia Labeouf), inizia ad indagare e scopre che anche Grant era un membro di tale gruppo, tuttora in clandestinità dopo essere stato accusato dell’omicidio di una guardia giurata. Grant quindi fugge affidando la figlia al fratello, per cercare l’unica persona in grado di scagionarlo dall’accusa.

La regia riesce a tenere alta la tensione per tutto il film. Inizialmente il personaggio di Jim Grant ci viene presentato come il protagonista, ma piano piano il testimone passa al giornalista, di cui conosciamo le idee e i piani, al contrario di quelli di Grant. Ed è proprio quest’aura di mistero, questa atmosfera ovattata, quasi come una nebbia che ci impedisce di vedere troppo in là, che mantiene alta la tensione, creando un climax in cui gli eventi iniziano a susseguirsi ad un ritmo sempre più incalzante con il passare del tempo.

Il montaggio riesce a valorizzare queste atmosfere, concentrandosi sui particolari quando serve, restringendo il campo visivo, aumentando il nostro senso di smarrimento.

A coronare il lavoro vi è la musica, che contribuisce a mantenere l’atmosfera.

Il lavoro svolto dal regista è quello di mostrare la lenta ricerca della verità tassello per tassello, il lento svelarsi dei segreti dei personaggi, che porta a conoscerli più profondamente. Essi piano piano arrivano alla comprensione dei loro errori, senza tuttavia abbandonare i propri ideali, come chiarisce un dialogo verso la fine del film, esplicazione di tutto ciò che fino a quel momento non era stato detto.

Gli attori svolgono egregiamente il loro lavoro, rendendo i personaggi credibili, e così gli ideali dietro di loro.

Si tratta di un thriller che non fa mai calare la tensione e che racconta le storie di un gruppo di persone, ma anche di una generazione, un’epoca, un paese: gli Stati Uniti.