Freeda, il femminismo diviene “social”

Il femminismo millennial, la presenza di istanze culturali che intendono rompere gli schemi e dare nuova vita al mondo femminile, il fenomeno del #girlpower: sono tutte peculiarità di Freeda, start-up editoriale femminista nata nel 2016.
Fredda nasce dal desiderio di conquista di una maggiore libertà femminile, obiettivo raggiungibile solo in un costante dialogo con le donne e fra le donne, alla ricerca di consapevolezza e autentica solidarietà femminile.
In un’era in cui i magazine, le riviste e i blog femminili impongono target irraggiungibili che destano insicurezze e invidie, Freeda celebra la donna “vera”. Freeda consente alla donna contemporanea di uscire dagli schemi imposti dalla società. L’obiettivo del blog è la realizzazione femminile, intesa come libertà di decidere il proprio “life goal” e conseguirlo nel nome dell’individualità.
Il femminismo di Freeda è fatto di storie di donne coraggiose: partigiane, attrici e personaggi politici che si battono e si espongono a sostegno dei diritti delle donne e per la parità e libertà di genere. In tal senso, si pone sin da subito l’obiettivo di riempire il “buco” nel mercato dell’informazione femminile della generazione millennial, mirando a divenire “la voce più forte e indipendente delle donne tra i 18 e i 34 anni”. Tutto ciò rappresentato in chiave ironica,
stravagante, colorata, mixando questioni molto importanti a contenuti più leggeri. I contenuti femministi proposti da Freeda sono indubbiamente lontani dai pensieri politici del movimento politico ottocentesco. “Il femminismo di Fredda appartiene alla quarta ondata” – dichiara l’editor Daria Bernardoni – “si tratta di un femminismo più aperto e inclusivo, che promuove la parità e non la guerra dei sessi. Non mancano donne leader e icone pop che hanno
aderito a questo filone, da Sheryl Sandberg a Lena Dunham passando per Emma Watson ma, soprattutto, è importante segnalare che di questa quarta ondata fanno parte anche gli uomini, come Barack Obama o Justin Trudeau, a rimarcare che non si sostiene né l’inferiorità né la superiorità di un genere sull’altro, ma appunto la parità”.
Tuttavia, il progetto editoriale di Freeda non si ferma ai grandi ideali, ma opera con oculatezza anche nel settore del marketing aziendale, collaborando con grandi marchi, sponsorizzando e creando contenuti virali. In quest’ottica, Freeda è tutt’altro che una start-up femminista di ragazze millennial che hanno deciso di investire su un femminismo “a misura di social” per trasmettere alle donne messaggi di libertà e consapevolezza di sé. Ci troviamo dinnanzi a una vera e propria azienda che ha elaborato un modello di business chiaro e definito.

Erica Ardu, III B