Netflix: intrattenimento o dipendenza?

Sono passati più di sessant’anni da quando la Rai è entrata nelle case italiane con le trasmissioni in bianco e nero, con un solo canale e solo per poche ore al giorno. Nel tempo, il parallelepipedo con l’oblò ha regalato sempre più novità agli spettatori e, tra queste, la possibilità di registrare uno spettacolo e poterlo rivedere. Il videoregistratore, acquistato o noleggiato, permetteva all’utente di decidere quando, come e dove vedere il suo programma preferito. Era il primo esempio di visione on demand.

Oggi il servizio di streaming più famoso al mondo si chiama Netflix e mette a disposizione, tramite internet, centinaia di film, serie tv, documentari ed un’inarrestabile varietà di altri programmi. Basta avere una normale connessione internet  e un abbonamento per vedere la nostra serie tv preferita a qualunque ora e tutte le volte che vogliamo, con  costi contenuti e accessibili a tutti.

Questo “cinema a domicilio” è diventato il compagno delle giornate di adulti e ragazzi che non si sentono più limitati ad un orario o ad un momento preciso.  Abbiamo conquistato, così, il dominio della tv perché a dettare le leggi non è più il palinsesto, ma la volontà dello spettatore.   Nel catalogo cucito su misura per ogni fascia d’età c’è una gamma infinita di prodotti che aspettano di essere scelti. Senza limite di orario e di tempo, cercando di vedere tutto il possibile a scapito dell’attività fisica, dell’incontro con i coetanei e, spesso,  dello studio. Saremo allora soddisfatti o dipendenti?

Giuseppe Carbonaro, III B