La Luna secondo Ludovico Ariosto e Italo Calvino

Moderatore: Perché entrambi avete scelto come fonte di ispirazione la Luna?

 Ariosto: Per l’Orlando Furioso ho deciso di dedicare alla Luna un intero canto perché la Luna è da sempre stata uno dei soggetti più importanti della letteratura sin dalla notte dei tempi. Inoltre, ho deciso di ambientare l’intero canto XXXIV sulla Luna anche per ricalcare il topos del viaggio, che con l’Eneide e la Divina Commedia dei miei ingegnosi predecessori Virgilio e Dante è diventato un argomento molto richiesto.

Calvino: Analogamente alle motivazioni del mio grande predecessore Ariosto, secondo me la Luna è “vocazione profonda della letteratura Italiana” perché ispiratrice di molti racconti da tutte le epoche. Inoltre, dedicando una parte de Il castello dei destini incrociati a L’Orlando Furioso, non potevo non dedicare una parte a uno dei canti più rappresentativi, dove l’autore va al di fuori del confini terreni fino ad arrivare in un luogo a noi sconosciuto e dall’atmosfera mistica.

Moderatore: Che importanza è data alla Luna nelle vostre opere?

Ariosto: nella mia opera L’Orlando Furioso la luna assume un ruolo molto importante nel XXXIV canto, fungendo anche da ambientazione: Infatti, per recuperare il senno del paladino Orlando divenuto pazzo per amore di Angelica, in questo luogo si reca Astolfo

Calvino: nei miei romanzi l’importanza data alla luna generalmente varia, infatti in alcuni come ne Le Città Invisibili la luna viene solo menzionata, mentre in altri miei romanzi la luna diventa il protagonista assoluto dell’intera vicenda come nella mia raccolta Le Cosmicomiche.

Moderatore: Calvino, nel suo “Le Città Invisibili” ci sono molte citazioni alla Luna. Potrebbero queste citazioni essere dei riferimenti al canto ambientato sulla Luna nell’ Orlando Furioso di Ariosto?

Calvino: Esatto, uno dei motivi è proprio questo. Come è noto, Infatti, ho da sempre dimostrato la mia grande ammirazione verso Ariosto e verso L’Orlando Furioso dedicandomi a vari studi e rielaborazioni della stessa.. Il motivo di ciò è che ritengo il suo grande poema L’Orlando Furioso una delle opere letterarie più importanti della storia della letteratura e ritengo che nessuno meglio di Ariosto sarebbe stato in grado di raccontare in tal modo le gesta del paladino Orlando; perciò mi sono anche sentito in dovere di scrivere una guida a riguardo di quest’opera, denominata Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, pubblicata da me nel 1970.

 Moderatore: Ariosto, perché ha scelto di usare il topos del viaggio sulla Luna nel XXXIV canto?

Ariosto: Il motivo per la quale scelsi il topos del viaggio sulla Luna è semplice; infatti, mentre i miei predecessori come Dante e Virgilio decisero il viaggio in luoghi ultraterreni per far riflettere sulla vita terrestre, io decisi di usare il viaggio di Astolfo sulla Luna non per farci riflettere sulla nostra vita sulla Terra, bensì per permettere al paladino Orlando di recuperare il senno e continuare la guerra Santa, e anche per parodizzare il mondo terreno, grazie ad una visuale più ampia della Terra, che si ha dalla Luna.

Moderatore: Secondo voi, che cosa rappresenta il concetto di Luna?

Calvino: Secondo me la Luna rappresenta al meglio il concetto di leggerezza, sospensione, silenzio e calma assoluta, perché è un luogo del tutto separato dal caos della Terra e dal caos generato dagli esseri umani. Infatti, come ho scritto nel “rapporto con la luna”: <<Chi  ama  la  luna  non  si  contenta  di  contemplarla  come un’immagine convenzionale, vuole entrare in un rapporto più stretto con lei, vuole vedere di più nella luna, vuole che la luna dica di più>>.

Ariosto: Come ha già accennato il mio successore, anche secondo me la Luna rappresenta la calma assoluta. E, perciò, la sua atmosfera e il suo ambiente rappresentano un forte ossimoro con quello terrestre. Questo è anche uno dei motivo per la quale decisi di ambientare un intero canto della mia opera su di essa.

Giuseppe Leone, Antonio Rinaldi e Matteo Lo Sardo, III G