La nostalgia nel corso dei secoli

 

La nostalgia fa parte della vita, così come ne fa parte la memoria. Essa non è altro che il desiderio cocente di rivedere persone o luoghi lontani, o di rivedere tempi passati. Gli uomini, in quanto esseri razionali, riescono a percepire la nostalgia nelle proprie vite, e talora, questa può manifestarsi attraverso l’inconscio, in particolare nel sogno.

La vita degli uomini, infatti, può essere paragonata ad un’altalena, poiché caratterizzata dall’alternarsi di periodi luminosi, felici, gioiosi e di periodi oscuri, tristi, cupi, durante i quali la nostalgia è fortemente sentita. Quest’ ultima è accompagnata dal rimpianto, dalla malinconia e dal dolore dell’anima. Tramite la nostalgia ciascun individuo può conoscere le infinite aree della propria interiorità e delle emozioni che gli appartengono, ritrovando pezzi di se stesso rimasti indietro durante il proprio cammino.

La nostalgia è figlia della memoria, ed è possibile provarla a qualsiasi età. Non si può vivere, senza una costante riflessione sulla storia della propria vita, sul passato che la costituisce e che la nostalgia fa rinascere. Essa tormenta l’uomo a qualsiasi ora del giorno e della notte, ponendolo faccia a faccia con interrogativi che si ergono davanti a lui, e davanti ai quali si sente impotente, smarrito. Egli tende a domandarsi come sarebbe la propria vita nel presente che si trova a vivere, se nel passato avesse preso delle decisioni diverse, se avesse compiuto delle azioni piuttosto che altre; e si sofferma a riflettere sulle occasioni perdute, sulle cose che si potrebbero ancora fare. Il dilemma più grande per l’uomo, tuttavia, è trovare le ragioni delle proprie nostalgie e dei rimpianti.

La nostalgia, derivante dall’ unione delle parole greche nostos, ritorno, ed algos cioè dolore, è un sentimento antico che attraversa i secoli e riesce ad accomunare vari poeti e filosofi.

Giacomo Leopardi nello Zibaldone parla della “rimembranza”. Spiega che da giovane qualsiasi cosa provoca piacere, in quanto suscita idee vaghe e senza limiti. Da adulti, gli uomini possono provare piacere osservando le medesime cose, perché ricordano che un tempo esse erano piacevoli.

Un importante filosofo che sofferma la propria riflessione sulla condizione dell’uomo è Arthur Schopenhauer che affermò: “La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia”.

Il piacere non è altro che pura illusione, un momento di scarsa durata durante il quale l’uomo non percepisce il dolore. La noia non è altro che una conseguenza della falsa cessazione del dolore provocato dal piacere. In conclusione l’uomo si ritrova in una dimensione in cui regna il dolore e prova nostalgia per il piacere che realmente non c’è mai stato.

Francesco Petrarca, uno dei più importanti poeti della letteratura italiana, è consapevole della rottura fra il mondo classico ed il suo, cioè il Medioevo. In lui è forte il desiderio di riportare i classici nella loro forma originale. In essi Petrarca scopre un modello di sapienza insuperabile, e di perfezione stilistica, per questo egli venera i poeti classici e prova nostalgia per tale mondo.

In conclusione la nostalgia, come testimoniano poeti e pensatori di tutte le età, ha sempre accompagnato la vita degli uomini. Come affermò Søren Kierkegaard, filosofo contemporaneo di Schopenhauer: “La vita può essere capita solo all’ indietro, ma va vissuta in avanti”.

Giorgia Miceli V DL