Venere inerme

Scuri riccioli
le incorniciavano il viso fresco
Il suo corpo leggiadro e allegro volteggiava
dentro un abito fiorato tulipano
da una parte all’altra del suo mondo:
un universo in stasi, dove figure umane
di plastica lei animava di stoffa e di colore.
Poi accadde
nell’incontro della sua vita
che tutto il fiore della sua giovinezza,
lentamente, ma inesorabilmente
scemò…
Col lungo scorrere delle estati e degli inverni,
così gli adorabili riccioli persero la loro forma,
gli occhi buoni rilasciarono un colore plumbeo e grigiastro;
le sue mani rosee e affusolate
sono ormai tremanti
e incapaci di stringere l’amore sano!
E quel suo dolce sguardo soave,
tanto simile al mio,
si tramutò in inconsolabile malinconia e scelleratezza.
Cristina Licitra IV A Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)