Insieme per la Terra

Cara Greta, il 15 marzo alla tua chiamata milioni di studenti hanno deciso di sacrificare una giornata di scuola per manifestare in piazza a favore dell’ambiente. Altrettanti adulti, e non solo, hanno risposto a questa prova di amore per il nostro mondo sostenendo che fosse semplice voglia di saltarsi cinque ore di lezione e che così non avremmo cambiato niente. “Tornate a scuola, dove potrete studiare per poi diventare ingegneri climatici e fare qualcosa di veramente utile”; così ci dicono quando proviamo a farci sentire, ma per quale futuro dovremmo studiare se non c’è la certezza che ce ne sia uno? Sebbene sia dal Congresso europeo di Parigi nel 1972 che l’unione ha dichiarato la necessità di una politica comunitaria in materia di ambiente, in quasi cinquant’anni le emissioni di Co2 non hanno fatto altro che aumentare e tutt’ora sono in ascesa, minacciando di distruggere l’abitabilità del nostro pianeta. Nel 2011 l’UE si è impegnata ad arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici entro il 2020, ma la situazione non sta migliorando. Fin ora la questione era passata sotto silenzio, ma grazie al tuo coraggio le persone stanno cominciando ad aprire gli occhi e si accorgono che non è rimasto più molto tempo. Il fatto che per la prima volta da anni siano stati degli studenti ad alzare la voce ha riacceso l’interesse nella cura della Terra, la sola casa che l’uomo abbia mai avuto. D’altronde è difficile provare a cambiare il mondo, poiché anche solo un piccolo tentativo suscita improvvise lamentele di persone che sembrano essere più potenti di noi solo perché più avanti nell’età; queste però sono soltanto meri sussurri in confronto alle nostre grida di protesta, che unite in coro hanno difeso e continuano a difendere il proprio futuro. Talvolta non è sufficiente impegnarsi ogni giorno nel nostro piccolo, preferendo la bici alla macchina e facendo la raccolta differenziata, ma si rende necessario marciare per le strade, chiedendo agli altri di avere cura della propria casa, perché è anche nostra e tale sarà per gli anni a venire.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze