La grande rete virtuale

Internet ha totalmente stravolto la nostra vita. E questo è un dato inconfutabile. Ma questo cambiamento è stato favorevole?
Il web si presenta innanzitutto come una rete di contatti. Nasce per facilitare le interazioni sociali tra le persone, per “abbreviare le distanze”. Un padre emigrato all’estero che è costretto a vedere proprio figlio solo una volta all’anno, solo collegandosi al “wi-fi” ora ha la possibilità di sentirlo più frequentemente.
Per non parlare di come Internet permesso l’accesso a miliardi di informazioni anche a persone meno facoltose, ampliando la cerchia ristretta ed esclusiva dell’istruzione. Oggi per esempio non potrei pensare di svolgere una ricerca scolastica senza consultare “Wikipedia”. L’organizzazione generale delle cose è nettamente migliorata, per la rapidità della connessione tra utenti.
C’è anche chi crede che Internet abbia recato solamente benefici all’umanità; sicuramente ha esteso i nostri tramiti di comunicazione, tuttavia ha modificato la nostra mentalità, abituandoci ad una disponibilità di beni eccessivamente scontata. Abbiamo perso la fatica dell’attesa che la rendeva piacevole, abbiamo perso il valore della gratitudine. Si ricerca sempre di più, ma in un mondo dove tutto è al nostro servizio, il di più del tutto diviene tracotanza nei confronti della natura.
Segue questo fenomeno l’appiattimento delle differenze, perché standardizzate da un canone comune imposto ovunque dal web. Chi non si adatta spaventa e viene dunque emarginato. Ciò nonostante spetta a noi decidere se aderire a tutto ciò a cui la rete ci sottopone o decidere in base alla nostra formazione a cosa credere e a cosa no.
A conti fatti, Internet di per sé non è cattivo. É uno strumento uguale a mille altri. Il potere di arbitrio, ciò che ci contraddistingue dagli animali, sul modo in cui usarlo è esclusivamente nostro. Continuare a demonizzare questo mezzo dalle infinite risorse, scagionandoci così da qualsiasi colpa, non condurrà a nessun punto concreto. Occorre influire sulla preparazione delle persone, sviluppare un senso critico integro, imparare a conoscere questo compagno di viaggio oramai parte della nostra esistenza e saperlo sfruttare al meglio senza lasciarci abbindolare.
Gemma Petri / Liceo Classico Galileo di Firenze