Stupitemi…

Se vediamo la foto di un orso polare nelle ultime fasi della denutrizione lo compiangiamo, ma in fondo la sua carcassa in decomposizione non sarà colpa nostra, noi non possiamo farci nulla, giusto?
Se vediamo quanto il lago d’Aral (o quello di Carezza, per rimanere in Italia) si sia prosciugato negli ultimi anni ci dispiacciamo di non averlo potuto vedere nei suoi anni migliori, ma non pensiamo certo a quale possa essere un modo per evitare che si prosciughi del tutto, non è vero?
Se ascoltiamo al telegiornale notizie riguardo ai morti negli alluvioni in India, in Bangladesh o perfino in Sardegna ci dispiace davvero tanto per quei defunti, ma non pensiamo certo che un giorno (più o meno lontano) al loro posto ci potremmo essere noi, no?
Ci stiamo così assuefacendo ai disastri naturali che ormai ci sembra necessario commiserare il pianeta, questo sì, e assolviamo a questo compito con tutta la compunzione d’animo necessaria, ma solo per qualche minuto, appena prima di usare pesticidi nocivi o di buttare un mozzicone acceso in un bosco o di nuocere all’ambiente quanto al nostro portafoglio comprando tonnellate di inutilità plastiche. Certo, non siamo sull’orlo di una catastrofe ambientale, ma vogliamo davvero arrivarci? Non lo credo assolutamente, in fondo siamo tutti (in media) abbastanza perspicaci da capirlo, eppure sapete la cosa buffa? Dopo aver letto questo testo ve ne dimenticherete in meno di un giorno, come già avete fatto con testi ben più autorevoli, magari perfino di stampo prettamente scientifico. Questo conglomerato di parole arcinote e inutili non sarà necessario a persone con le orecchie tappate, ma potremmo cambiare, forse… Pensate di sì? Stupitemi…
Sofia Nangano / Liceo Classico Galileo di Firenze