Camilleri e lo sgombero a Castelnuovo di Porto

In un video rilasciato da Fanpage.it lo scorso 24 gennaio lo scrittore Andrea Camilleri – autore tra i tanti successi de La forma dell’acqua, Il cane di terracotta e Morte in mare aperto – ha detto la sua sulla chiusura dei porti ed in particolare riferendosi allo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto, Roma.
Il Cara di Castelnuovo di Porto è una struttura di accoglienza per rifugiati che si trova vicino a Roma, che nelle scorse settimane è stata costretta a far sgomberare più di 500 migranti, che sarebbero stati trasferiti in altre zone di tutta Italia (la maggior parte nella zona di Roma) e la suddetta struttura sarebbe chiusa definitivamente entro fine gennaio.
Il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani ha denunciato il mancato preavviso del ministro Salvini, dicendo di non sapere dell’arrivo di due migranti partiti da Castelnuovo, aggiungendo inoltre che non ha capito la logica del governo, definendolo giallo-verde ma nero dentro. Il sindaco in una nota ha ripercorso l’arrivo a Ferrara e ha spiegato che, diversamente dal passato, la lega delle barricate contro i migranti in arrivo non si è vista incatenarsi né sbandierare. Tagliani ha sottolineato: “Non saranno certo due persone già integrate a Roma a creare problemi alla nostra comunità” dicendosi disponibile ad accoglierle.
Il sindaco ha attaccaco il governo moralmente, dopo lo smantellamento di una delle cose che meglio hanno funzionato, cioè il sistema di accoglienza diffusa, aprendo la strada a grandi concentrazioni di migranti: conseguenza che non migliorerà i livelli di sicurezza, ma rischia di diventare una nuova emergenza.
Camilleri nel video di protesta sul caso inizia a parlare dicendo una frase molto significativa: “Non in nome mio”. Qui lo scrittore si riferisce proprio allo sgombero avvenuto, definendolo persecutorio, visto che i rifugiati lavoravano, pagavano le tasse ed ormai si erano integrati nellasocietà italiana.
“Attenzione, stiamo entrando assolutamente in un regime di violenza, di prepotenza”: con questa frase Camilleri ha inteso far capire che secondo lui i porti dovrebbero essere aperti, perché sognati e bramati da migliaia di persone che cercano salvezza, provando a scappare dalla morte. Infine Camilleri ha aggiunto: “Io mi rifiuto di essere un cittadino italiano complice di questa nazista volgarità”.
Edoardo Merlini / Liceo Classico Galileo di Firenze