Deep Impact? Forse nel 2082…

Numerosi sono stati gli incontri della Terra con altri corpi celesti; il primo fu circa 65,95 milioni di anni fa e portò all’estinzione del 75% delle specie animali e vegetali. Altri, più o meno catastrofici, si sono susseguiti nel corso del tempo e pare che un successivo impatto sia programmato per il 26 febbraio 2082.
L’asteroide che minaccia la nostra casa si chiama 2019 DS1 ed è stato scoperto dal Catilina Sky Survey, un progetto di ricerca il cui scopo è proprio osservare l’orbita dei corpi che potrebbe intersecarsi con la nostra; 2019 DS1 infatti passerà a circa 165.000 chilometri, una distanza pari a circa la metà di quella che ci separa dalla Luna. Le sue dimensioni sono relativamente contenute, dai 20 ai 40 metri di diametro, ma tali da poter provocare una tragedia, qualora esplodesse sopra un centro abitato. La meteora pare molto simile a quella che il 15 febbraio del 2013 si frantumò nel cielo di Cheljabinsk, in Russia, liberando 440 kilotoni di energia, pari a 30 bombe di Hiroshima, e causando così oltre mille feriti. In tre flash attraversò l’atmosfera orizzontalmente e fortunatamente cominciò a rompersi quando era ancora ad alta quota, evitando così una vera e propria catastrofe. Più infatti si avvicina alla superficie, più i danni causati dall’impatto aumentano.
“I se sono molti” ha spiegato in merito Giovanni Valsecchi, membro dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dello Steering committee dell’international asteroid warning network (Iawn), rete internazionale che monitora gli oggetti potenzialmente pericolosi “se dovesse avvenire su una città come Roma e liberasse energia a bassa quota, sarebbe come una bomba atomica lanciata da un nemico. In altri casi potremmo avere solo qualche vetro rotto”. Secondo invece Julia de Léon, principal investigator dell’instituto de Astrofisica de Canarias (IAC), l’episodio provocato dal futuro meteorite sarà simile a quello conosciuto come “evento di Tunguska”, che avvenne in Siberia nel 1908 e rase al suolo decine di milioni di alberi.
In ogni caso non c’è bisogno di spaventarsi e iniziare ad organizzare un’evacuazione di massa, 2019DS1 non rappresenta un pericolo planetario, al massimo potrebbe essere una minaccia a livello regionale. L’incertezza dei ricercatori non è soltanto sulla probabilità d’impatto, stimata nell’ordine del1,5 per mille, ma anche sulle misure; infatti i calcoli si basano sulla luminosità, che varia in base alla loro composizione .
La notizia dell’asteroide ha piuttosto un’interesse accademico. Gli scienziati dello IAC, potranno mettere alla prova il Gran Telescopio Canarias (GTC), un telescopio riflettore con uno specchio di oltre 10 metri, recentemente integrato nel programma di difesa planetaria dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ed esercitarsi nei calcoli e nelle contromisure che un giorno potranno veramente servire in vista di un pericolo a livello globale. L’estinzione dei dinosauri non minaccia perciò di ripetersi, in ogni caso sarà meglio vivere a pieno questi diciannove anni che ci separano dall’atteso incontro…
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze