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Il burger sintetico che sembra vero? Impossible whopper, of course

Il contributo del settore agricolo all’inquinamento del pianeta è del 20%, di cui circa il 15% è rappresentato dagli allevamenti. Gli animali consumano infatti molte più calorie ricavate dai vegetali di quante ne producano sotto forma di carne, latte e uova. Di conseguenza per produrre cibi animali vengono consumate molte più risorse rispetto a quelle necessarie per la produzione di cibo vegetale. La soddisfazione si prova mangiando un hamburger ben cotto è dunque frutto di un’ingente produzione di energia, che causa inevitabilmente l’aumento dei gas serra. Ma se fosse possibile assaporare lo stesso gusto con un impatto ambientale minore?
Questa è la domanda a cui ha tentato di rispondere l’Impossible Foods, start up californiana fondata nel 2011 da Patrick Brown, ex-professore di biochimica a Standford e finanziata da Bill Gates; e a quanto pare ci è riuscita. Dallo scorso primo aprile in 59 punti vendita Burger King di St. Louis, nel Missouri, è stato servito l’Impossible Whopper, che ha l’aspetto della carne, sfrigola come la carne, sa di carne, ma carne non è. La ricetta ovviamente non è stata resa nota, ma la base è totalmente vegetale e contiene soia, patate, olio di cocco, farina e un’eme naturale. Questo è un complesso chimico, contenente ferro appartenente alla famiglia delle porfirine ed è merito suo se l’Impossible Whopper risulta indistinguibile da un normale hamburger. Rispetto a quello con la base di carne di manzo però utilizza il 95% in meno dei terreni, il 74% in meno dell’acqua e genera l’87% in meno di emissioni di gas serra; ovviamente è anche al 100% libero da ormoni, antibiotici ed ingredienti artificiali, rappresenta dunque ovviamente una scelta più salutare.
Le reazioni dei primi clienti sono state per lo più positive, al punto da portare la catena Burger King ad annunciare la sua diffusione anche altrove negli States. Il successo dell’Impossible Food ha inoltre spinto a presentarsi sul mercato della “carne impossibile” la concorrente Beyond Meat, che ha già distribuito la sua versione di carne sintetica ed è pronta a quotarsi in borsa; anche Mc Donald’s, per restare al passo con i tempi sta valutando una versione “green” del Big Mac, per ridurre l’impatto ambientale del panino più famoso al mondo.
La celebrità della carne sintetica prodotta dall’Impossible Food è stata raggiunta negli ultimi tempi, nonostante la start up di Redwood City sia attiva sul mercato dal 2016; sono infatti già 5mila i luoghi di ristoro negli Stati Uniti, ad Hong Kong, Macau e Singapore in cui è possibile gustare un Impossible Burger. L’aumento di notorietà è forse dovuto ad una maggiore sensibilità nei confronti nell’ambiente? Se così fosse allora c’è ancora della speranza per salvare la nostra casa. Nel frattempo speriamo che la partnereship con Burger King faccia arrivare l’hamburger amico dell’ambiente anche sulle nostre tavole.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze