La musica come strumento a scuola

Di recente alcuni ricercatori della McGill University in Canada hanno seguito uno studio riguardante la musica ed il suo sostegno per un maggiore apprendimento scolastico.
Già in passato ci sono stati esempi di studi che suggerissero come le note musicali potessero migliorare lo stile di vita di molte persone, usando le melodie a scopo terapeutico efficace contro diverse tipologie di demenza (come ad esempio l’Alzheimer), riuscendo a potenziare il linguaggio e la memoria.
La musica, fin dalla nascita dell’uomo, ha costituito sempre un momento fondamentale per la vita quotidiana, riuscendo sempre a cambiare il nostro umore, amplificando le nostre emozioni o riuscendo ad alleviare i nostri dolori. C’è sempre stato però un contrasto tra questo strumento amato da molti ed il mondo scolastico: molto spesso infatti ci ritroviamo ad essere rimproverati dai nostri genitori perché studiamo o leggiamo con canzoni di sottofondo, una situazione ritenuta poco funzionale per la memoria. Come invece sono riusciti a provarci i ricercatori della McGill University, le note musicali aiutano e rinforzano il nostro apprendimento.
L’esperimento appena sostenuto a Montreal è stato effettuato coinvolgendo venti partecipanti ed una gamma di diverse combinazioni di colori e direzioni. Alle suddette “cavie” era stato chiesto di scegliere tra quelle ed ogni combinazione sarebbe corrisposta ad una probabilità di sentire un certo tipo di canzone. Dopo alcuni tentativi, i partecipanti sono riusciti a riconoscere le varie combinazioni, scegliendo quelle che aumentavano la possibilità di sentire una musica piacevole come “ricompensa”.
L’ipotesi dell’esperimento in questo caso si basava proprio sulla piacevolezza per il nostro cervello di beneficiare di un effetto sorpresa che lo avrebbe aiutato ad apprendere e memorizzare meglio. In questo modo i ricercatori sono riusciti a determinare un “errore di previsione”, chiamato così in precedenza: un rafforzamento del comportamento di un individuo che lo porta nuovamente ad una precedente forma di piacere.
Edoardo Merlini / Liceo Classico Galileo di Firenze