La scuola è per tutti

Secondo l’articolo 34 della Costituzione la scuola è aperta a tutti. Ma lo è veramente? Lo è veramente per tutte quelle persone che hanno qualche tipo di handicap? Per i DSA e quelle persone che hanno bisogno di aiuti in più nello studio?
Beh, la risposta probabilmente è no. La scuola di oggi non facilita le persone che fanno più fatica a studiare. Viene usato lo stesso sistema di valutazione per tutti i ragazzi quando ogni individuo ha bisogni diversi. Si predilige la buona condotta in classe sopra la sanità mentale sia degli alunni che degli insegnanti. Ci sono ragazzi che pur di non andare a scuola fingono di stare male. E il loro numero aumenta sempre di più. Ogni giorno siamo investiti da un’onda d’ansia sempre maggiore. Gli adulti, gli insegnanti, i genitori hanno così tante aspettative su di noi che ogni giorno imparare smette di essere divertente e interessante e comincia a essere una fatica immensa. Le parole non rimangono più in testa. La bocca non riesce ad esprimersi. E la frustrazione sale dalla pancia fino al collo e sembra che ci possa strozzare.
La scuola non dovrebbe far paura. La scuola non dovrebbe denigrare né spingere le persone che hanno bisogno di un aiuto in più in un angolo e lasciarli da soli. La scuola dovrebbe essere aperta a tutti, come è stabilito dall’articolo 34 della Costituzione Italiana. E secondo me non è troppo chiedere che vengano messe in primo piano la sanità mentale e la solidarietà. Sarebbe utile formare classi composte da un numero minore di alunni in modo che ci sia una possibilità minore di causare confusione o non capire qualcosa. Con un numero minore di individui i legami fra gli alunni sarebbero più stretti e l’ambiente all’interno della classe più accogliente. Anche procedere all’organizzazione di scambi culturali con altre scuole all’estero renderebbe l’esperienza scolastica più divertente e interessante, dato che darebbe l’opportunità ai ragazzi di conoscere le usanze di altri paesi. Dovrebbe essere concesso di utilizzare strumenti elettronici come tablet, computer e cellulari per facilitare l’apprendimento e aumentare la velocità con cui vengono condivise informazioni. E soprattutto dovrebbe essere usata almeno un’ora alla settimana per discutere di politica e attualità per fare in modo che i ragazzi non siano alienati dal mondo esterno.
Nicole M. Lucibello / Liceo Classico Galileo