L’avventura della gattina – Racconto

In un giorno normalissimo c’era una normale gattina che aveva un normalissimo tono di colore e abitava in un normalissimo paesino. Tutto era talmente normale che era una noia totale, non accadeva mai nulla di avventuroso ma in fondo come poteva accadere qualcosa? C’erano talmente poche case che si conoscevano tutti. Le case erano tutte uguali: tetto rosso, una vernice giallognola e molto probabilmente l’imbianchino che aveva dipinto le case (erano così poche che anche un solo imbianchino poteva dipingerle tutte) aveva fatto un lavoro parecchio tirato via e per concludere avevano tutte ma veramente tutte un pupazzino cerimoniale, ma visto che la festa era passata da più di tre mesi i pupazzini non avevano più la maggior parte di arti e la vernice era ormai colata via. In sostanza una noia totale. Un giorno una gattina anzi l’unica gattina pensò: “Che noia. Qua non succede mai nulla di avventuroso…” Decise di partire all’avventura . Prese con sé molte cose: provviste alimentari , acqua a non finire, dei giochi ,pinze da giardiniere, crema per l’ortica e un’altra cosa veramente essenziale: una coperta e un cuscino (con sopra ricamato un gattino) . A un certo punto la gattina si dovette fermare a fare una sosta. Prese un po’ di pesce visto che era affamatissima . Si dissetò. Stava per ripartire ma vide che il sole era ormai calato e decise di trovarsi un rifugio. Prese la coperta e il cuscino ricamato e trovò una specie di caverna: non era tanto male e comunque c’era abituata ,là nel suo paesino nessuno la accoglieva in casa sua e nessuno per pura bontà le avrebbe dato anche solo un panno per coprirsi quando faceva freddo . Infatti il suo cuscino ricamato e la coperta lo aveva guadagnato compiendo un atto eroico: aveva salvato una persona o meglio un bambino. Esatto salvò un bambino: il bambino si chiamava Arcimbaldo. Stava per essere trascinato dalla corrente ma la gattina vide un ramo, lo piegò per farlo afferrare ad Arcimbaldo, che lo prese e si salvò grazie alla gattina. I genitori di Arcimbaldo per ringraziarla le diedero la coperta e il cuscino ricamato. Da allora li portava sempre con sé. La gattina si mise a dormire. Al suo risveglio si sentiva riposata e pronta a vivere un’avventura . Ancora non ci poteva credere. Il sogno di una vita si era realizzato. Era andata via da quel tetro e noiosissimo paesino. Si mangiò un po’ di pesce , bevve e si stiracchiò. Dopo essersi stiracchiata vide un cespuglio che oscillava: la gattina pensò che fosse il vento ma si rese conto che non c’era allora si fece coraggio e spostò il cespuglio . Dietro il cespuglio c’era… uno scoiattolo . Si rimise in marcia e si ritrovò in una specie di bosco. Là le piante erano tutte più grandi del normale e a mano a mano che proseguiva e piante erano sempre più gigantesche Forse si trattava di magia? Di nuovo c’era un arbusto che si muoveva (però era gigantesco ); pensò fra sé e sé : questa scena l’ho già vista. Lo spostò con più fatica questa volta e dietro non c’era uno scoiattolo ma un unicorno (quando la premiarono per aver salvato Arcimbaldo era tardi e la madre stava già raccontando una fiaba prima di andare a dormire e stava dicendo: il nostro impavido eroe vide un unicorno e per chi non lo sapesse è un cavallo solo con il corno. È lì scoprì che cos’era un unicorno) . L’unicorno smise di brucare e le disse: ormai mi hai visto e ti dovrò mostrare il mio regno. Non lo devi dire a nessuno. Se no io e i miei compagni verremo perseguitati. Ebbene, non posso scrivervi dov’è il loro “mondo”, ma posso dirvi che c’erano arcobaleni, piante e fiori di ogni genere e là ho anche aiutato gli unicorni a… Ma questa è un’altra storia…

D.M. / Classe V A – Scuola primaria Vittorino da Feltre di Firenze