Matilde – Racconto

Matilde era una bambina come tante altre, sognava di diventare una brava ballerina, adorava il gelato, stare con la famiglia, giocare a nascondino, andare in bicicletta, andare al parco con sua sorella maggiore. Non faceva altro che leggere fumetti di supereroi, però molto presto tutto sarebbe cambiato.
Un giorno, uscita da scuola, tornando a casa, trovò un gattino bianco con una macchia nera sull’occhio. Non era un gattino come tanti altri, anzi era magico , però Matilde non ne aveva la più pallida idea.
Dopo cena Matilde salì in camera sua e appena entrò… ah ah ah! Il gatto iniziò a parlare. Matilde, spaventata, disse singhiozzando: – Un gatto parlante in casa mia! –
Il gatto le disse di stare tranquilla: – Sono qui perché sono stato mandato, tu hai un potere nascosto -.
Matilde non era più spaventata, anzi si mise a ridere, poi lo guardò e capì che non stava scherzando e allora si mise a domandare: – Come mai? Perché? Che potere è? È pericoloso? È potente? Come ti chiami? -.
– Calma! – urlò il gatto – Ora risponderò ad alcune delle tue domande: sei nata così, il tuo potere non è pericoloso e io mi chiamo Macchia -.
– Ma qual è il mio potere? – chiese Matilde.
– Ora lo scoprirai – le disse Macchia.
– Cosa? – chiese Matilde. E all’improvviso scomparve nel nulla.
– Ecco fatto! – sussurrò macchia. Matilde andò a vedersi allo specchio e all’improvviso capì quale era il suo potere: – L’invisibilità… – disse.
– Però non dire niente a nessuno – le raccomandò il gatto. Da quel giorno Matilde capì che lei era speciale, andava in camera di sua sorella Ilaria tranquillamente, tanto era invisibile. Mangiava di nascosto i cioccolatini di cui i genitori la privavano, da quel giorno fece molte più cose. Il gatto però le disse che non era solo questo il potere, le raccontò che lei aveva ben tre poteri: l’invisibilità, la telecinesi ed infine era una sensitiva, è proprio da lì capì che era importante. Quando i genitori uscivano per andare a lavoro e Ilaria andava a scuola, era lì che Matilde e Macchia facevano pratica. E così loro divennero amici inseparabili.
V.L. / Classe V B – Scuola primaria Vittorino da Feltre di Firenze