La bambola vivente – Racconto

Salii su in camera. Sapevo che mi stava aspettando, lo facevo per la mia famiglia.
Incominciò tutto quella sera, il 12 luglio 2004, il giorno del mio compleanno.
Sì, quella sera mia mamma mi portò una bambola di pezza. Era così carina all’inizio.
La presi e la misi sul mio scaffale. L’indomani subito qualcosa mi insospettì, se mia mamma non l’aveva spostata, infatti, la bambola si era spostata dallo scaffale alla scrivania!
Scesi a fare colazione, come se non fosse successo niente. Passai l’intera giornata a pensare come la bambola potesse essersi spostata. Quando la sera entrai in camera sembrava che la bambola mi stesse osservando, mi venne un brivido lungo la schiena.
La mattina mi svegliai e vidi che… la bambola si era mossa di nuovo! Mi sentii ancora scendere giù i brividi alla schiena. Quando scesi in cucina, trovai mia mamma, mia sorella ma non il mio babbo. Secondo mia mamma era uscito, ma secondo me era troppo strano: il babbo era sempre l’ ultimo ad alzarsi. Le mie curiosità furono chiarite quando dopo un’ora bussarono alla porta: era il postino che ci consegnava un pacco misterioso che sembrava proprio un quadro. Infatti quando lo aprimmo ne uscì un quadro che rappresentava… mio babbo inchinato davanti alla bambola. Un brivido lungo quasi cinque minuti mi corse per la schiena. Senza che la mia mamma lo sapesse, mi portai per tutta la giornata un coltello nello zaino, nel caso la bambola mi sbucasse davanti assetata di sangue! La sera mio babbo non tornò a casa, quindi pensammo che fosse stato rapito! In un certo senso avevamo ragione…
Quasi tutta la notte non dormii e stetti tutto il tempo con un coltello sotto le coperte ad osservare quella bambola che secondo me era proprio vivente. Ma dopo un po’ il sonno mi avvolse. La mattina la bambola era stranamente rimasta al suo posto, ma la cosa che mi ha fatto quasi svenire dalla paura era che nel quadro dove c’era mio babbo inchinato alla bambola si era aggiunta… mia sorella! Caddi quasi dalle scale e mia mamma era più sconvolta di me. Decisi di andare sopra per prendere la bambola e distruggerla, ma con mia grande ma proprio grande sorpresa la bambola era sparita. In quel momento mi venne un brivido lungo la schiena, pensando che la la bambola magari fosse dietro la mia schiena pronta a fare il peggio. Mi girai lentamente, tirai un sospiro di sollievo: dietro a me c’era solo mia mamma con la colazione. In quel giorno a ogni incrocio guardavo sia a destra sia a sinistra per controllare un probabile, ma molto provabile attacco della bambola visto che pensavo che fosse scappata da casa, stamani infatti non l’avevamo più trovata.
Tornata a casa, mi sembrava di essere sola e avevo ragione: in casa ero proprio sola. Con un bruttissimo pensiero andai a controllare: anche la mia mamma era nel quadro!
Sapevo che mi stava aspettando, lo facevo per la mia famiglia: andai su, mi trovai
la bambola davanti con un coltello in mano, presi una palla di gomma, gliela lanciai addosso. Lei perse il coltello, io lo afferrai e lo usai per distruggere il quadro da cui uscì fuori la mia famiglia. Insieme distruggemmo la bambola, poi tirammo un sospiro di sollievo: era tutto finito.
Omar Lavic / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze