L’albero della vita – Racconto

Sophi una ragazza di 11 anni per scuola doveva trovare i suoi giochi dell’infanzia’ lei lo aveva dentro una scatola. Dentro di essa c’erano migliaia di giochi ma soprattutto uno in particolare la sorprese: una piccola collana rosa con un ciondolo a forma di un albero particolare:l’albero della vita!
Significava molto per Sophi, glielo aveva regalato suo padre quando era piccola prima che venisse a mancare.
Se la mise subito al collo, era colpita di averla ritrovata però sentiva qualcosa di strano dentro di lei, un vuoto immenso come se qualcuno le avesse levato la felicità, come un effetto magico…
cercò anche su internet e lo provò a togliere e funzionò. mentre faceva delle ricerche l’albero si illuminò e una voce cominciò a dirle: “Cara Sophi, sono tuo padre, non so se sono ancora vivo perché ti sto scrivendo nel 2014 (Sophi lo stava ascoltando nel 2018); non te lo volevo dire in questi anni ma spero che sia passato un po’ di tempo da quando avevi 7 anni… e mi auguro che tu sia da sola in questo momento perché ti voglio dire un segreto che deve rimanere tra noi due…
Se vai nella camera mia e di tua madre nella libreria troverai un libro chiamato Dolmey, in una pagina dentro di essi troverai qualcosa di speciale… Ora devo andare, ciao principessa!”
Sophi si era messa a piangere . Dopo un po’ si calmò e andò a cercare il libro .
Andò quindi nella camera dei suoi genitori a cercarlo e dopo dieci minuti lo trovò, aprì una pagina dove sembrava che ci fosse un segnalibro e invece trovò una foto: c’era un ragazzino che non aveva mai visto, almeno non se lo ricordava, ed un simbolo con scritto proprio Dolmey, come gli aveva detto suo padre. C’era anche da notare che questo ragazzino indossava una divisa e aveva in mano una spada blu.Per non farsi scoprire da sua madre, Sophi ritornò in camera sua, si mise sul letto e, lasciando quella foto com’era, si mise a leggere quel libro. Quando finì l’ultima parola aveva capito poco e nulla. Il libro parlava di un maestro di nome Jacob che sembrava magico, insegnava solo ai suoi allievi più promettenti la sua arte. Quel ragazzo che era nella foto si chiamava Blake Hall: era lo stesso cognome che aveva Sophi! Lui l’aveva scelto il maestro e secondo il libro era bravissimo a far le “magie”. Quando il maestro gli aveva insegnato tutto lui e Blake sparirono nel nulla, nessuno li ha mai più ritrovati. Sophi era molto sbalordita da quello che aveva appena letto, non sapeva cosa doveva fare, quindi cercò di ricollegarsi a suo padre attraverso l’amuleto.Passarono i giorni, Sophi portava sempre con sé l’amuleto, così se suo padre si fosse fatto risentire Sophi sarebbe stata pronta. Una settimana dopo, mentre era a scuola, sentì di nuovo quella sensazione di solitudine dentro di sé. Chiese subito di andare in bagno perché suo padre forse le voleva riparlarle. A un certo punto l’amuleto incominciò a parlare e disse così: “Ciao, Sophi, come va? Spero bene, comunque ti volevo dire, ora visto che io non ti posso dire nulla perché tua mamma non vuole, ti dico solo che tu devi cercare quel ragazzo scomparso. Non te lo potrei dire ma è da sette anni che sto aspettando… quel ragazzo in verità è TUO FRATELLO! Sophi, tu lo devi salvare, ti abbiamo sempre detto che eri figlia unica perché non sapevamo come avresti reagito la sua mancanza. Sophi, ora devo andare, comunque non smettere mai di cercare!”
Sophi era rimasta di nuovo scioccata da quello che era appena successo, non era figlia unica! Non voleva l’ora d’incominciare le ricerche, aspetta, LA SCUOLAAA! Se n’era dimenticata, era in bagno da mezz’ora! Volò in classe. Dopo la scuola si tuffò a casa nel suo letto, con il suo amatissimo tè e il suo computer. Stette due ore piene a cercare ma della scomparsa non se ne sapeva nulla, aveva capito solo che la scomparsa era avvenuta il 25 giugno del 2004 ed era successa nella casa del maestro Jacob, sulla quinta strada, la mitica “Fifth Avenue”.
Sophi non vedeva l’ora di partire, disse che avrebbe partecipato a una gita extrascolastica e sarebbero partiti il giorno seguente e non sapevano quando tornavano perché ancora il treno di ritorno non era confermato. Nel suo zaino da viaggio doveva metter solo cose indispensabili perché l’avrebbe dovuto portare lei, e ci mise per prima cosa l’amuleto poi il telefono, il computer, del cibo, dei vestiti ,dei soldi e infine delle coperte per dormire. Era pronta: la sua avventura stava per incominciare.
Per prima cosa cercò di arrivare in pullman e in treno alla casa del maestro. Ci mise tre giorni ma alla fine si trovava davanti alla grande casa: sembrava che nessuno ci entrasse da un secolo, era davvero molto rovinata. Bussò alla porta ma nessuno rispose, allora si accorse che la porta era aperta, entrò dentro: c’era una puzza incredibile, gatti e topi gironzolavano per la casa, i quadri erano messi sottosopra. ERA TERRIBILE!
Cercò qualcosa che potesse aiutarla e dopo un po’ trovò la spada di suo fratello: era blu e c’era inciso il nome Blake Hall.
Insieme alla spada c’era un foglio stropicciato con scritto che lui in verità era stato rapito dall’uomo nero ovvero il contrario del suo maestro quindi l’uomo bianco. Aveva scritto questa cosa mentre lo avevano lasciato un momento da solo prima di massacrarlo. Lui era stato rapito perché aveva perso un incontro di magia e la penitenza era una cosa che non aveva mai aspettato. Il suo maestro Jacob aveva tentato di salvarlo ma l’ultima volta ci stava per riuscire però l’avevano scoperto e non sapeva più dove fosse finito. Visto che Blake amava scrivere Sophi supponeva che avesse scritto un racconto anche su questa avventura e quindi chi trovava questa lettera, sempre che fosse arrivata a destinazione ovvero alla casa del maestro bianco, nella sua scrivania – avrebbe trovato anche il racconto. Sophi era sbalordita di quello che aveva letto prima di tutto perché sapeva un po’ di più della scomparsa di suo fratello.
Davanti a lei c’era la disordinata scrivania, davvero stracolma degli oggetti più vari: penne e inchiostro, fogli ormai giallastri dal tempo che avevano passato lì. Alla fine ci riuscì, trovò quello che voleva:la lettera che diceva dov’era suo fratello, ovvero in una casa vicino a quella dove si trovava ora. Nemmeno il momento di posare il foglio che Sophi era già alla porta dove dentro pensava di trovare suo fratello. Anche questa sembrava abbandonata, la porta era chiusa a chiave, Sophi non era per niente agitata, aveva fatto quattro anni di Karate. Dopo 10 minuti la porta era a terra: a questo punto Sophi finalmente incominciò ad avere paura. La casa sembrava abbandonata,dentro una porta chiusa sentiva delle voci anzi si sentiva distintamente un inquietante “Mmmmmmh”: sembrava che a qualcuno avessero tappato la bocca. Sophi non voleva mollare ora, quindi con un impeto di coraggio spalancò quella porta e dentro trovò un ragazzo. Non ci poteva credere: forse aveva trovato suo fratello. Gli levò lo scotch che aveva nella bocca e gli chiese come si chiamasse. Lui rispose che si chiamava Blake Hall. Sophi si sedette a terra sfinita ma felice e gli spiegò tutto; Blake era orgogliosissimo di sua sorella. Dopo tremila abbracci lui le disse che tra poco doveva arrivare il maestro nero. Allora i due scapparono e dopo un giorno appena erano tornati a casa. Suo padre si fece di nuovo sentire tramite la collana ed era felicissimo che Sophi ce l’avesse fatta, soprattutto perché non aveva mai smesso di credere in lei.
Aurora Di Maria / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze