Nuvole su Roma – Racconto

Durante la noiosissima lezione di Scienze, Martina leggeva per conto suo, Francesco dormiva come un ghiro, e il vincitore premio Nobel per la confusione ovvero Diego lanciava pezzi di carta arrotolata in giro per tutta la classe, il tutto mentre la professoressa non si accorgeva di nulla. Poi c’ero io che guardavo incantato la finestra, non osservavo gli alberi ma stavo pensando alla partita di ieri della Roma quando ad un certo punto…
”Giulio! Ma stai seguendo? Spiega l’argomento che ho appena detto a tutta la classe, forza!” disse arrabbiatissima la professoressa. Io mi domandavo tra me e me disperato: ”Ma come mai tra tutti i ragazzi della classe che si facevano i cavoli loro doveva scegliere proprio me!?”
Dopo la scuola tornai a casa sempre con lo stesso umore, quando entrai mia mamma mi chiese: ”Come è andata a scuola?”
Io risposi:”Bene, non è successo nulla di particolare”. Così mi sedetti sul divano e mi addormentai. Stavo sognando di essere un benefattore, tutti mi acclamavano e gridavano in coro: “Giulio! Giulio! Giulio!” Ero allo stadio e mi trovavo dentro al campo mentre mezza Roma in tribuna mi acclamava, ero felicissimo fino a quando…
DRRIIIIIIINN! Mi svegliai di colpo ed esclamai: ”Cosa è successo, quando, dove e perché!?” Era il mio cellulare che squillava, mi avvicinai di più al telefono e notai che mi stava chiamando Matteo.
Matteo mi annunciò: ”Senti, Giulio: io e noi tutti maschi della classe usciamo in centro. Magari se ti unisci anche tu possiamo fare delle cose”. Io risposi: ”Perfetto, tanto mia madre ha detto che posso uscire, ma ho una sola domanda: cosa intendi per fare delle cose?”
Matteo esclamò: ”Beh, è una sorpresa…”
Mi recai dove mi aveva detto e li incontrai: c’erano Diego, Francesco, Sergio, Alessandro, Piero, Edoardo e ovviamente Matteo.
“Ok, ragazzi! Ci sono! Che si fa?” chiesi.
Piero mi rispose: ”Boh, che dite voi?”
E io replicai: ”Ma come, avevate detto che c’era una sorpresa?!”
E poi tutti in coro urlarono: ”SORPRESA?!”
Allora Matteo intimorito rispose: ”Mmh… beh, ecco, io non sapevo che…” Ma mentre cercava di parlarci il cielo si fece più scuro e grandi nuvoloni colmi d’acqua incombevano su tutta Roma, la strada inoltre divenne spoglia come un deserto e le foglie cadevano sempre più lentamente. Dopo due minuti iniziò a piovere talmente forte che non ci sentivamo più a vicenda e sentimmo degli strani rumori accompagnati da movimenti bruschi, ci guardammo intorno ma Matteo… non c’era più.
Marco Fiorentino / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze