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Precariato a scuola: arriva la possibile soluzione a un fenomeno ormai insostenibile?

Al giorno d’oggi sono molti gli insegnanti a cui non è assicurato il posto fisso, con conseguenze disastrose per la continuità dell’insegnamento. Ma la possibile soluzione potrebbe arrivare dal recente accordo Governo-sindacati.

 

È notizia recente l’accordo tra Governo e sindacati, con cui l’esecutivo ha modificato i meccanismi di accesso al reclutamento. L’obiettivo è quello di combattere un fenomeno, quello del precariato, che ha ripercussioni negative enormi sulla continuità didattica e sulla qualità dell’insegnamento. Con oltre 136mila supplenti, il fenomeno ha ormai assunto prospettive insostenibili: gli alunni subiscono cambi repentini nel percorso di crescita e apprendimento, vedendo cambiare i professori con eccessiva frequenza; gli insegnanti non possono fare progetti a lungo termine, né dal punto di vista della didattica né della vita privata, con conseguenze negative per la qualità dell’insegnamento.

Ecco allora che una possibile soluzione potrebbe rinvenirsi nell’accordo governo-sindacati, che prevede più risorse per il rinnovo contrattuale e soluzioni per il precariato. In particolare, in base all’accordo, coloro i quali abbiano maturato almeno 36 mesi di supplenza nella scuola statale avranno due possibilità: sostenere un concorso semplificato e la conseguente immissione in ruolo, qualora si abbia già l’abilitazione; un percorso abilitante e selettivo, con assunzione semplificata, in caso di mancato possesso dell’abilitazione all’insegnamento.

Un’altra soluzione alla piaga del precariato potrebbe essere quella di potenziare l’organico. L’aumento dei docenti, già previsto dalla legge “Buona Scuola”, non ha risolto il problema, dato che le assunzioni non sono state effettuate in numero sufficiente.

Ci si potrebbe inoltre affidare a precari chiamati solo all’occorrenza (anche per soli 15 giorni all’anno), risparmiando una buona quantità di risorse erariali da reinvestire in misure che stabilizzino la professione.

Ma esisterebbe anche una soluzione più drastica: rivoluzionare completamente la scuola accorpando le attuali classi di concorso e chiedendo la massima flessibilità dei docenti. In questa prospettiva, il problema maggiore rimane quello di convincere docenti vicini alla pensione a rimettersi in gioco e insegnare nuove materie. Una sfida difficile, ma comunque fattibile, che potrebbe porre fine una volta per tutte al precariato nella scuola.

Egidio Ferrara

IIS Fermi Policoro