Tutto… per niente – Racconto

“Buongiorno!” dissi a Marcello il pasticcere mentre entravo nel suo negozio.
“Ciao!” rispose lui. Varcata la soglia della sua pasticceria, ho sentito l’odore dei pasticcini appena sfornati e poi sul bancone c’era un dolce con tutto e di più: me lo sarei mangiato all’istante, ma non l’ho fatto! Mia nonna mi aveva mandato a prendere alcuni pasticcini per festeggiare i miei voti in pagella, che erano piuttosto alti. Stavo scegliendo i dolcetti quando, ad un certo punto, arrivò un signore e prese proprio tutti quelli che volevo portare a casa io!
Fra me e me pensai: “Aiuto!”
È vero, la mia nonnina non è molto normale, programma festeggiamenti praticamente per tutto quello che fa, addirittura se perde un chilo! Comunque tentai: chiesi a Marcello se ne fossero rimasti altri simili, ma lui mi disse: “Mi dispiace, Maria, erano gli ultimi”. Lo salutai. Ero molto sconcertata, mentre camminavo guardavo i miei piedi che andavano a passo lento e triste.
“Destra sinistra, destra sinistra…”. Quando arrivai davanti alla porta di casa la guardai e vidi anche mia nonna alla finestra e mi chiesi chissà che stava facendo… Ci sarebbe rimasta davvero male: lei ci tiene a queste cose. Così decisi di cambiare strada e di prendere la Mountain Street, che era quella che proseguiva andando a sinistra. Sinceramente non mi ricordo di esserci mai andata, anche se mia madre dice che ci sono stata due o tre volte da piccola. Comunque, mentre andavo per una stradina che avevo imboccato, trovai un ponte in mezzo a un enorme campo di margherite, sentii abbaiare: superai il ponte e trovai davanti a me un cucciolo di cane. Era tenerissimo, ma non sapevo se portarlo con me: intanto lo avevo già preso in braccio… Gli dovevo dare un nome… ma non sapevo quale; poi decisi: Charlie! Ormai quella strada era diventata un sentiero, non avevo paura, però ero tutta sola e, se avessi avuto bisogno di aiuto, non avrei potuto averlo; ma non volevo assolutamente tornare indietro. Ero molto stanca, ma Charlie si mise a correre ed io lo rincorsi.
Pensai che fosse comunque molto strano che per tutto il sentiero che avevo percorso fino a quel momento non ci fosse neanche un luogo abitato, anche perché Mountain Street era molto conosciuta. In quei minuti mi concentrai più sul rincorrere il mio nuovo cagnolino, che improvvisamente si fermò davanti a un edificio abbandonato,cupo e malridotto. Appena entrata, alla mia destra c’era un armadietto vecchio e polveroso e un po’ più in là c’erano dei tavoli che sembravano fatti su misura per me. Appesa alla parete c’era una lavagna e proprio in quel momento sentii una certa musica… bella e dolce! Proveniva dalle scale e salii per vedere cosa fosse. C’era un signore che suonava il violino. Lo interruppi e chiesi: “Buongiorno, sa dove ci troviamo?”
“Ciao bella bambina, qui siamo a Rokkingam, prima era una vecchia scuola. Io mi trovo in questo posto perché…” e smise di parlare. Era un signore dai capelli bianchi e con la barba abbastanza lunga. Aveva una voce roca e cupa come quel posto. Facendomi paura, riprese a parlare: “A dire il vero, non me lo ricordo…”
Allora gli dissi: “Potrebbe tornare con me a casa mia, se vuole”. Ormai sapevo che dovevo tornarci. “Sì,” disse “mi piacerebbe molto accompagnarti”.
Uscimmo da quel posto e, mentre facevamo la strada del ritorno, gli chiesi: “Ma come ti chiami?”
“Fernando” rispose lui; si chiamava come mio nonno che era morto. Ripassammo dal campo di margherite e andammo di nuovo sotto al ponte. Alla fine vidi le case in lontananza, ero felice, ma allo stesso tempo triste perché avrei dovuto dire alla nonna che non avevo i dolcetti, ma in compenso avevo Fernando. Suonai il campanello e aprì mia nonna, riempendomi di baci e abbracciandomi. Poi si rese conto dello sconosciuto e mi chiese: “Chi è quest’uomo?”
“Nonna, lui è Fernando” dissi con aria sicura “e ha bisogno di un un posto dove riposare”. Tre settimane dopo lui stava ancora con noi, anche perché mia nonna se ne era innamorata: erano praticamente già fidanzati! Ormai era uno di famiglia!
Maria Dionea Benci / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze