Una brutta avventura – Racconto

Era un normale martedì: ero appena rientrato da scuola, erano circa le due e un quarto e mia mamma e mio babbo non c’erano. Ero da solo con mio fratello maggiore, che stava facendo i compiti, allora mi misi a guardare la tv. Appena dopo un quarto d’ora mi stancai e uscii fuori. Ad un certo punto vidi delle persone che mi seguivano, feci finta di niente e continuai ad andare avanti. Mentre ero lì al bar vidi uno dei signori di prima. Iniziai a correre verso casa da mio fratello, inciampai e caddi sbucciandomi un ginocchio, non feci in tempo a rialzarmi che quel signore che mi seguiva riuscì ad afferrarmi.
Mi portò in una fattoria abbandonata. Questo signore era insieme ad altri, erano tutti mascherati per non farsi riconoscere. Ero legato a una sedia e avevo un sacco di paura. Ad un certo punto chiamarono i miei genitori chiedendo un riscatto di un milione di euro. La prima reazione di mia madre è stata quella di pensare che fosse uno scherzo, ma poi, ripensandoci, si ricordò che ero da solo con mio fratello. Si prese un colpo: stava per svenire. I miei genitori andarono alla polizia che non riuscì a rintracciare la chiamata. Nel frattempo io ero lì da solo legato a una sedia, riuscii a slegarmi: mentre mi slegavo arrivò la persona che mi aveva rapito dicendomi: “Abbiamo chiamato tua mamma e tuo babbo e gli abbiamo chiesto un milione di euro per te, anche se poi ti uccideremo comunque”.
Così, mentre nessuno mi vedeva, scappai, ma non andai subito a casa perché mi avrebbero ripreso, invece andai alla polizia e dissi agli agenti di andare subito alla fattoria abbandonata. Ma quando arrivarono, i ladri erano già scappati, così mi presero per uno sciocco e ritornarono alla centrale. Mentre i poliziotti andavano via, io trovai un biglietto con scritto sopra: “Ti prenderemo”. Cercai di farlo vedere alla polizia ma era già andata via. Andai in un rifugio per senza tetto per dormire, sperando che non mi cercassero lì. Il giorno dopo con i pochi soldi che avevo comprai una felpa con cappuccio e degli occhiali per non essere riconosciuto. Ad un certo punto, mentre camminavo, trovai l’uomo che mi aveva rapito tutto incavolato perché ero scappato, così chiamai la polizia che, anche se scocciata, venne subito. Si scoprì che quel signore aveva rapito altri bambini: si chiamava Leonardo Bogna.
Andai tutto felice a casa; appena mia mamma mi vide quasi pianse, era felicissima, c’erano anche i mio fratello e mio padre, ed erano tutti contenti anche loro.
Gregorio Cacciamani / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze