Una generazione mostruosa – Racconto

Una mattina di gennaio ero sola in casa, perché i miei genitori erano in crociera in Africa e chiamai la mia migliore amica Sandy Mandy che viveva nel quartiere vicino al mio. Quando arrivò ci mettemmo sul mio letto a parlare del compagno più bello della classe, infatti eravamo perse per lo stesso ragazzo, Adam Mada.
Dopo poco ci stancammo. Una noia mortale!
Ad un certo punto sentimmo uno strano odore; stavano bruciando le lasagne, le famose lasagne 788, della settecentottantottesima nonna della mia generazione. La numero 0 era la più semplice: ragù e sfoglia; di anno in anno aumentava un ingrediente; la settecentottantottesima aveva 788 ingredienti: sfoglia, besciamella e 786 tipi di maiale per il ragù. Io ho imparato la ricetta a memoria anche se mia nonna l’aveva scritta nel libro di tutte le generazioni della mia famiglia, intitolato “Non solo una nonna”, in cui un giorno scriverò anch’io la mia variante. Prima di morire mia nonna mi disse che quando sarà il mio turno nel libro, dovrò pensare a lei che mi ha dato l’ispirazione per la ricetta numero 789. Comunque, per fortuna le lasagne erano salve, nel senso che se le avessi bruciate su di me e sulla mia famiglia sarebbe caduta una maledizione, e per sempre.
Ritornando alla mia amica, decisi di farle un discorso molto serio e le dissi che se voleva rubarmi il ragazzo io le avrei spezzato il collo in due perché un giorno avevo notato che anche lui mi fissava per un po’ di minuti mentre io parlavo con Sandy Mandy perché volevo invitarla a casa mia.
Qualche giorno dopo trovai sul banco di scuola un bigliettino con scritto sopra “Vuoi uscire con me allo zoo? Se sì, ci vediamo alle 16:00 sotto l’arco dei fiori di ciliegio”. Per arrivare all’arco ho superato molte prove ed io sapevo chi ne era stato l’autore, ovvero Adamo Moda, che era il mio ammiratore.
Alla fine arrivai sotto l’arco e non c’era nessuno; dopo cinque minuti arrivò un ragazzo che conoscevo molto bene ed il suo nome era Adam Mada che mi chiese di essere la sua migliore amica. Lì per lì ero sconvolta però capii che almeno mi aveva notata. Quando alla mia amica Sandy dissi cosa mi aveva detto lui, lei era dispiaciuta per me.
Io da quel giorno mi levai dalla testa Adam anche se fu una cosa dolorosissima.
Giulia Crivellaro / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze