Una magica avventura – Racconto

Ero solo e non sapevo se sarei riuscito a salvarmi la vita e tornare a casa ricco. Sì, se fossi riuscito a portare a casa il tesoro sarei diventato ricchissimo e non avrei più avuto problemi, il difficile era riuscirci, ed eccomi qua a viaggiare per la foresta tutto solo.
Come ho detto, sono solo ma mi sono svegliato,ora sto viaggiando alla cieca,
poi ho visto del muschio rosa e mi sono detto “Cosa? Del muschio rosa?” e pensavo di avere le allucinazioni, ma andai avanti. A un certo punto vidi qualcosa in terra
e scavai: c’era una mappa con una foresta. Continuai a camminare
e poi esclamai: “Aspetta un po’… Incredibile, una botola!”
La aprii e c’era una stanza piena di cose strane e tanti computer… frugai un po’ e trovai di tutto: una torcia, uno zainetto, una bottiglietta di liquido di color verde, una pallina tutta nera e un libretto. Misi tutto nello zainetto, uscii e trovai attaccato ad un albero un foglio e mi dissi “Ma quello non c’era prima”. Comunque lasciai stare e lessi che cosa c’era scritto sopra:
“Le cose che hai trovato nel sotterraneo servono a questo: la bottiglietta di liquido verde serve a curare, la pallina nera serve nei casi più estremi (se la scuoti, ti porta in un posto a caso) e la mappa serve a… lo scoprirai; lo zaino usalo nei deserti e pigia il bottone, se ti serve”.
“E ora cosa faccio?” dissi tra me e vidi qualcosa di veloce venire da me: era un ghepardo con la faccia da squalo e tre code da serpente, allora usai la pallina nera e dopo un secondo mi trovai nel bel mezzo del Far West, poi guardai la mappa e vidi un piccolo villaggio a breve distanza da me, camminai e camminai, volevo arrivare a casa ed esclamai: “Lo zainetto!”
Pigiai il bottone e si trasformò in una moto, ci salii sopra e andai verso il villaggio. Ad un certo punto guardai in cielo e vidi un tempo di 00:30” scritto nell’azzurro: era il tempo che mancava all’eruzione del supervulcano, nel frattempo caddi per colpa di qualcosa. Ero inciampato nel tesoro e pensai che mi ero rotto una gamba, allora ci versai il liquido verde e guarii. Presi il tesoro, risalii sopra la mia moto e andai verso un portone che vidi in lontananza. Quando arrivai al portone, lo aprii e c’era casa mia davanti ai miei occhi. Mi dissi: ”Casa mia è qua”.
Cosimo De Biase / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze