COLTIVARE LA MEMORIA

Il 12 aprile 2019, io assieme a qualche ragazzo della nostra scuola ci siamo recati all’istituto “Santarella”, a Bari, per assistere alla presentazione del libro “Il Patto Sporco”, di Nino Di Matteo.

Nino Di Matteo è magistrato dal 1991. Il suo lavoro non è poi così facile: essendo un uomo che combatte ogni giorno contro la mafia, deve essere accompagnato da una scorta perché a molti membri di Cosa Nostra  risulta “sgradito”. – Facciamolo questo attentato, organizziamolo presto, perché questo Di Matteo non se ne va. Gli hanno pure rafforzato la scorta. – disse Totò Riina dal carcere di Opera.

Quello che più odiava del magistrato era il suo impegno nel processo sulla trattativa Stato – Mafia.  Questo patto era molto importante per Cosa Nostra perchè in questo modo si sarebbe legittimata. In effetti non dobbiamo pensare che tra lo Stato e la Mafia ci sia un muro, bensì diverse volte ci sono state piccole conversazioni. Noi ne conosciamo solo una, perché molti processi non sono stati diffusi dai giornali e molti fatti non sono stati spiegati.

Alcuni sostengono che questi avvenimenti non interessano alla gente. – Non è vero che questi temi non interessano – dichiara il magistrato – non è vero che la gente è insensibile. Questo potere marcio si nutre principalmente del silenzio. Parlatene perché loro vogliono il silenzio. Non è vero che le cose non cambiano, ma per cambiare hanno bisogno dell’impegno costante. Di fronte a certe cose il cittadino ha il dovere di informarsi. Tutto questo non si può nascondere. –

È stato importante l’incontro con il magistrato, perché queste sono istituzioni che ogni giorno dedicano la loro vita per difendere la nostra libertà e i nostri diritti. Quello che ha detto il magistrato mi ha segnato e mi ha fatto riflettere. Non dobbiamo pensare che la mafia sia un mondo a parte, ma è in mezzo a noi. Credo che almeno una volta nella vita tutti debbano avere la possibilità di prendere parte a questi incontri con persone che ci difendono ogni giorno. Quello che è accaduto e che accade ancora oggi nel nostro Paese non può accadere in un Paese civilizzato e per questo non può essere ignorato: è compito di ognuno di noi informarsi, discutere e sostenere queste persone che ogni giorno mettono a rischio la loro vita per rendere il nostro, un paese più libero.

Flavia Giotta 2L