Incontro con lo scrittore Francesco D’Adamo

 

Giovedì 11 aprile ho partecipato, insieme ai miei compagni, all’incontro con lo scrittore Francesco D’Adamo tenutosi nella nostra scuola Giotto Cipolla.

D’Adamo è un uomo settantenne abbastanza alto, molto socievole e simpatico. Durante il dibattito si è rivolto a noi con un atteggiamento tranquillo, aperto e spiritoso, parlando con un linguaggio non troppo complicato in modo che tutti noi potessimo comprendere ciò che lui voleva dirci.

L’incontro è cominciato con un breve discorso introduttivo nel quale lo scrittore ci ha parlato brevemente del suo lavoro e di due suoi libri: Il Muro e Ismael che abbiamo letto durante l’anno. Quindi è iniziato la conversazione tra lui e noi, in cui D’Adamo ci ha lasciato tutto il tempo per fare domande di qualsiasi genere e chiarire le nostre curiosità. Questo modo in cui è stato strutturato l’incontro mi è piaciuto molto perché non ci ha fatto annoiare e in ogni momento la nostra attenzione era richiamata grazie, soprattutto, alla nostra continua partecipazione.

Del suo lavoro alcune curiosità non le conoscevo, quella che mi ha colpita e interessata maggiormente riguarda il suo metodo di scrittura: lui non pensa sin dall’inizio tutta la storia completa e non crea una scaletta, ma comincia a scrivere la storia continuando nei giorni o nelle settimane seguenti cambiando o rivoluzionando la storia iniziale. Mi ha colpito un po’ tutto ciò che ha detto, ma principalmente mi hanno meravigliata alcune informazioni riguardanti il titolo: io pensavo che il titolo si inventasse all’inizio del racconto e che gli scrittori partissero dal titolo per sviluppare la storia, invece lui ci ha detto che alcune volte è proprio cosi, ma altre volte il titolo si pensa alla fine della stesura del racconto o, addirittura, quando proprio lo scrittore non riesce a trovare un titolo adatto per il libro può chiedere alla casa editrice di inventarne uno al posto suo.

Il lavoro di scrittore mi ha sempre affascinata, non so bene il motivo, forse perché a me viene difficile scrivere un testo lungo al massino tre paginette; e pensare che tutte quelle pagine di libro siano frutto di un’unica mente mi affascina. Inoltre sapere che ciò che scrivi verrà letto da migliaia di persone e magari aiuterà qualcuno a superare grandi problemi o semplicemente alcune difficolta giornaliere, per uno scrittore così come per qualsiasi altra persona nel mondo, deve essere una bella soddisfazione

Avrei voluto fargli tante altre domande, principalmente sul lavoro di scrittore, ma a causa della mia timidezza non l’ho fatto. Sono molto contenta però di avere letto il suo libro “Il Muro”, che è molto bello perché tratta, principalmente, argomenti forti non facendoteli pesare troppo, anzi allo stesso tempo facendoteli capire e riuscendo a farti comprendere la gravità delle situazioni; l’unica cosa che non mi è piaciuta tanto è stato l’intervento magico alla conclusione della storia, ma a parte questo piccolo dettaglio il libro è stato meraviglioso.

L’anno prossimo mi piacerebbe tanto incontrare la scrittrice Elena Ferrante perché i suoi libri trattano storie di ragazzi della nostra stessa età.

 

Greta Lazzara

2F I.C.S. Giotto Cipolla Palermo