Vertiginosa riduzione di animali vertebrati

Secondo lo studio del WWF dal 1970 le specie di animali vertebrati si sono più che dimezzate a causa delle attività dell’ uomo sulla Terra.

Grafico che mostra il crollo egli animali vertebrati dal 1970 al 2010.

Ecco il rapporto del WWF: «Nel 2050 solo il 10% del pianeta risulterà non condizionato dal peso delle attività umane». Il peso apportato da tali attività è notevole . Infatti solo il 25% del nostro pianeta si trova nelle sue condizioni originarie. La nostra “impronta ecologica”, riflesso dell’insieme delle selvagge attività umane, è aumentata del 190% negli ultimi 50 anni.

Le minacce che colpiscono le oltre 8.500 specie a rischio di estinzione riguardano soprattutto il sovrasfruttamento e le modifiche degli ambienti naturali, in particolare quelle dovute all’agricoltura (il 75% delle estinzioni è stata causata dal sovrasfruttamento e dall’agricoltura). Altre cause derivano dal cambiamento climatico, dall’inquinamento, dalle specie invasive, dalle dighe e dalle miniere.Questi dati fanno sicuramente paura. Bisogna dunque riflettere sulla questione seriamente.

Come cambiare rotta? È necessario porre un limite al riscaldamento globale, ridurre l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse, limitare i traffici delle specie in pericolo di vita, aiutare le popolazioni povere a preservare la biodiversità.
Il WWF afferma che l’aumento della temperatura non può essere maggiore di 1,5°C: questo è uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’ONU in vista del 2030. Queste le parole della presidente del WWF Donatella Bianchi: ”In appena 50 anni il 20% della superficie delle foreste dell’Amazzonia è scomparsa mentre gli ambienti marini del mondo hanno perso quasi la metà dei coralli negli ultimi 30 anni. Il Living Planet Report 2018 richiama a un impegno deciso per invertire la tendenza negativa della perdita della biodiversità. Il mondo ha bisogno di una roadmap dal 2020 al 2050 con obiettivi chiari e ben definiti, di un set di azioni credibili per ripristinare i sistemi naturali e ristabilire un livello capace di dare benessere e prosperità all’umanità”.

La situazione è drammatica per quanto riguarda la fauna che vede un tasso di estinzione causato dalle attività umane di 1.000 volte superiore al tasso di estinzione naturale. Ci sono 21.286 specie a rischio estinzione su 71.576 considerate dall’ Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Anche uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (PNAS) dai biologi dell’Università di Stanford e dell’Università nazionale autonoma del Messico dimostra questi dati. I ricercatori hanno messo studiato ben 27.600 specie di uccelli, anfibi, mammiferi e rettili. Hanno analizzato anche la diminuzione della popolazione mammiferi tra il 1900 e il 2015. I dati raccolti dimostrano che gli animali vertebrati si stanno riducendo sia per numero di individui che per espansione geografica. I mammiferi hanno perso almeno il 30% della loro estensione geografica e più del 40% delle specie ha subito un pesante declino di popolazione. In particolare i grandi mammiferi del sud-est Asiatico hanno subito una perdita dell’ 80% della loro espansione geografica.
Questo studio dimostra che a 65 milioni di anni dalla scomparsa dei dinosauri, la Terra sta vivendo la sesta estinzione di massa della sua storia.
Insomma bisogna cambiare rotta.

 

Paola Pannone