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“L’Aulularia” di Plauto messa in scena dagli studenti del D’Oria: anche quest’anno il “progetto Siracusa” suscita emozione, passione, ricordi preziosi

Intervista a Paola Maria Di Stefano, collaboratrice del progetto Siracusa, responsabile della musica e dei costumi per la messa in scena dell’Aulularia di Plauto.

di Aurora Piccardo

Reduce dal successo delle rappresentazioni dell’Aulularia di Plauto, a Siracusa, a Luni e al Teatro della Tosse di Genova, incontriamo Paola Maria Di Stefano che, insieme alla  professoressa Marina Terrana – responsabile del progetto – e al regista Enrico Campanati, è da anni una delle anime del “Progetto Siracusa”.

Il “Progetto Siracusa”, fiore all’occhiello del nostro liceo, che da anni coinvolge e appassiona decine di studenti, avvicinandoli alla magia del teatro, consiste  nella messa in scena di uno spettacolo di teatro classico: una commedia quindi, o una tragedia. La messa in scena, interamente curata da studenti e docenti del liceo, con la supervisione e la  regia di Enrico Campanati,  è in primo luogo destinata al Festival Internazionale del teatro classico dei giovani, che si svolge a Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa, dove è presente un teatro greco. Il regista esige sempre che il testo integrale sia tradotto da un professore di latino o di greco del liceo, per poterlo successivamente adattare, accorciare o modificare, a causa della durata dello spettacolo, limitato a un’ora.

Come viene scelta l’opera?
Gli insegnati di latino e di greco si riuniscono e vengono presentati, con opportune motivazioni, vari progetti. Spetta poi al regista la decisione e la scelta finale. In questa edizione la traduzione è stata curata dalla Professoressa Giulia Del Giudice.

Quest’anno qual è stata l’opera prescelta e per quali ragioni?
Quest’anno abbiamo optato per l’Aulularia di Plauto, la famosa commedia “sull’avaro”, anche per alleggerire la tensione dopo l’episodio del ponte Morandi e giocare sul difetto più noto dei genovesi: l’avidità. Trattandosi di una commedia, si prestava anche a diventare una sorta di “grande festa”, in cui inserire battute, canzoni, intermezzi musicali per coinvolgere il publico e farlo sorridere.

Quest’anno come è stato allestito lo spettacolo?
Abbiamo iniziato a vederci con il gruppo di studenti coinvolti, già dai primi di ottobre, con cadenza settimanale:  gli incontri sono poi aumentati con l’avvicinarsi della partenza per Siracusa, a maggio.  Il regista ha montato lo spettacolo sulla base del lavoro svolto con gli studenti e sono state effettuate molte modifiche in corso d’opera, proprio perché la creazione delle scene si basa su intuizioni, talora estemporanee.

C’è qualche novità quest’anno nella messa in scena?
La vera novità di quest’anno, grazie anche al tema dell’opera scelta, è stata l’integrazione della cultura ligure con il teatro classico.  Abbiamo deciso di  allestire l’Aulularia come una festa in stile ligure, con canti ed abiti genovesi. In particolare i canti sono stati scelti da una repertorio appartenente ad alcuni musicisti itineranti liguri, i “cantastorie” Cereghino, risalenti all’Ottocento. Questa ricerca è stata approfondita dal Gruppo di Chiavari guidato da Giorgio Getto Viarengo. I vestiti invece sono stati scelti ispirandosi ai quadri di pittori  operanti a partire dal XIX secolo, come la Scuola “dei Grigi,” Antonio Varni, Giuseppe Pennasilico, Alfredo Luxoro, e tutti quegli artisti che hanno dipinto lavandaie, pescatori e paesani della nostra Liguria.

Lo spettacolo partecipa a qualche concorso?
In genere prepariamo questo progetto entro febbraio,  data di scadenza, proprio per inviarlo al Festival Internazionale del teatro classico di Siracusa ed il nostro principale obbiettivo è quello di essere selezionati dall’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico). Se si viene scelti, ci si esibisce al Palazzolo Acreide, come ho già accennato, ma non ci sono premi e non viene nemmeno stilata una graduatoria. Quest’anno ci siamo esibiti anche a Luni, in occasione del Festival del Teatro Classico Ligure, ed infine al Teatro della Tosse a Genova, lo scorso 9 giugno. Tre grandi successi!

Qual è la risposta degli studenti a questa iniziativa?
Molto positiva, la maggior parte degli studenti che hanno aderito sono rimasti fino in fondo,  formando un gruppo affiatato: sono entusiasti dell’esperienza

Alcuni di loro, grazie anche a questa iniziativa, proseguono sulla strada della recitazione?
Il progetto non ha come obiettivo quello di formare attori professionisti, ma di creare una sinergia tra lo studio delle lingue antiche ed la recitazione. Si vuole lasciare un passione ed un ricordo prezioso di questa esperienza, cercando di far amare il teatro. Attualmente ben due ex studenti sono rimasti a Siracusa per studiare alla scuola dell’INDA ed anche altri hanno continuato a studiare tecnica teatrale.

Qual è  il pubblico di questo tipo di spettacolo?
Oltre ai ragazzi delle altre scuole che partecipano al Festival, vengono molti turisti, proprio perché le località sono mete di viaggi e lo spettacolo è aperto.