La potenza della ‘ndrangheta

“E’ possibile sconfiggere la mafia, ma bisogna investire molto di più per farlo”. Questo è quello che sostiene Cesare Giuzzi, cronista del Corriere della Sera esperto di mafia e soprattutto di ‘ndrangheta, la mafia calabrese. Durante l’incontro, che si è tenuto questa mattina presso il liceo Volta di Milano, Cesare Giuzzi ha parlato dell’espansione e sviluppo della ‘ndrangheta e della sua struttura economica e sociale.

Inizialmente la mafia calabrese collaborava con Cosa Nostra nei sequestri ma nel giro di 5-6 anni si specializzarono in ciò diventando autonoma e più abile della mafia siciliana. 

Il soggiorno obbligato al Nord è una legge fatta dallo stato italiano negli anni 60’. Questa legge aveva il compito di isolare il boss mafioso, ma in alcune realtà il fenomeno mafioso riuscì comunque ad espandersi a cause di complici esterni alla mafia, come ad esempio imprenditori. Infatti essi capirono che conveniva affidarsi alla mafia per pagare meno gli operai e mantenere il controllo. Per questo motivo i boss riuscirono a creare una rete di contatti e di guadagno anche al Nord.

Negli anni novanta, le famiglie ‘ndranghetiste tentarono di assumere il potere combattendo tra di loro. Ma dopo numerose faide gli ‘ndranghetisti capirono che conveniva allearsi tra di loro, creando così una struttura sociale all’interno dell’organizzazione suddivisa in locali. La parte tirrenica, ionica e di Reggio città avevano il compito di nominare i tre capi che avrebbero partecipato al crimine di San Luca, che a loro volta decideranno il locale da creare e i capi da nominare. 

Si può dire che la ‘ndrangheta è un’organizzazione moderna presente in molti territori ed è molto più vicina a noi di quel che sembra. È giusto continuare a parlare di essa per mantenere il livello di attenzione alta. 

   

Giorgio Agaibi, Ilaria Priolo, Francesco De Pellegrin