Radio Popolare, la voce di chi non ce l’ha

I ragazzi della summer school Diregiovani incontrano Raffaele Liguori

“Dare voce a chi non ce l’ha”. Questa è la filosofia che, dal 1976, sta alla base di ogni trasmissione firmata Radio Popolare, con sede in via Ollearo 5 a Milano, dove oggi i ragazzi della Summer School Diregiovani hanno incontrato Raffaele Liguori, giornalista di questa radio. Oltre a giornalista, Liguori, è stato caposervizio, caporedattore, direttore e, infine, vicepresidente del consiglio di amministrazione diventandone cosí, da circa 30 anni, un membro molto importante della radio.

L’obiettivo di questa radio prende spunto dalla situazione sociale presente a Milano nell’inverno del 1975, quando l’informazione iniziò a diventare indipendente dalle grandi famiglie e si avvicinò, soprattutto, ai lavoratori. Infatti, come ha raccontato Liguori, il primo nome abbozzato era ‘Radio del lavoro’, dato che la sua missione era quello di comunicare i pensieri delle persone con particolare attenzione ai lavoratori, poi però questo nome non venne mai usato e si preferì ‘Radio Popolare’.

Ciò che caratterizza Radio Popolare è l’assenza di un unico padrone e la suddivisione della proprietà tra migliaia di azionisti. Il motore è la cooperativa dei lavoratori della radio, che controlla il 30% circa di tutte le azioni, e ne detiene quindi la quota di controllo, avendo come punto di forza la capacità di autorganizzarsi.

Una delle mie prime trasmissioni messe in onda fu ‘Radio Shabi’, che in arabo significa proprio popolare; la scelta di questa trasmissione è dovuta ai primi segni di immigrazione in Italia. Lo scopo era quello di accogliere nel modo migliore le persone straniere, in particolare quelle di lingua araba, nella società italiana. In realtà questa trasmissione non ebbe il successo sperato in quanto si verificò un taglio del 90% di ascolti dato che solo pochissimi italiani sapevano parlare anche l’arabo. Una trasmissione che, invece, ottenne più successo fu ‘l’altro martedì’, nata nel 1980, che trattava argomenti considerati dei tabù, cioè i diritti della comunità gay e lesbica. La particolarità di questo programma è che i conduttori stessi erano persone omosessuali che, più volte, dovettero affrontare dibattiti anche con persone etero.

Al giorno d’oggi, però, Liguori ha raccontato che gli ascoltatori di Radio Popolare non sono ragazzi giovani ma principalmente persone con un’età superiore ai 45 anni. Questo è dovuto ad una ragione strutturale che non è ancora in grado di attirare i ragazzi più giovani, aventi interessi diversi da quelli trattati nelle trasmissioni di questa radio. Liguori ha concluso dando come obiettivo personale quello di cercare di proporre più argomenti con i quali attirare i più giovani così da fargli apprezzare la radio. 

Alexander Prus, Simone De Vita, Mirko Cauzzi