A Bologna ancora nessuna luce in fondo al tunnel per i lavoratori e intanto i sindacati si rivolgono al ministero.
Caso La Perla: i dipendenti dello stabilimento bolognese, oggi, dopo una assemblea, hanno deciso di scioperare con un pacchetto di 20 ore. I sindacati chiedono intanto un tavolo al ministero dello Sviluppo Economico perché, chiariscono, la situazione è critica: sono stati annunciati 126 esuberi su 428 lavoratori, ossia il 30% dei dipendenti rischia di rimanere a casa. Ad annunciare la novità dello di questa mattina è Enrico Bassani, segretario organizzativo della Cisl di Bologna, che auspica un confronto con il ministero perché “noi vogliamo che si discuta questa situazione de La Perla e si trovi una soluzione che non può essere il licenziamento delle persone”, tra l’altro per la maggioranza donne.
La Perla, storica azienda bolognese rinomata per la lingerie di lusso, si trova in una situazione difficile da diverso tempo: dopo il fallimento di qualche anno fa, è stata acquisita nel 2018 dal fondo di Private Equity Sapinda. A fine giugno è stata annunciata la messa in mobilità: sono stati ipotizzati 126 potenziali licenziamenti, sui quali, conclude Bassani, l’amministratore delegato per ora non ha dato segnali positivi.
Ieri si è tenuto un tavolo in Regione Emilia-Romagna, mentre fuori era stata inscenata una protesta di circa 200 lavoratori. Da quell’incontro, hanno spiegato i sindacati, non sono emerse soluzioni. Presenti all’appuntamento le rsu, Cgil, Cisl, Uil, l’amministratore delegato dell’azienda Pascal Perrier, l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi. Stamattina, poi, c’è stata l’assemblea con presidio davanti allo stabilimento. Nei prossimi giorni si darà il via allo sciopero con modalità ancora da definire.
Carola Valenti, Gaia Bernardini, Martina Pirri, Tommaso Domenichini
