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Autistici con una marcia in più: in cinque assunti da grande azienda. E vanno “come i treni”

La storia a lieto fine del progetto di Ausl Bologna in Alstom 

“La macchina si rompe, l’autistico non si ferma”. Esordisce così Rita Di Sarro, responsabile programma integrato disabilità e salute dell’Ausl di Bologna, presentando il progetto sperimentale avviato da circa due anni dedicato a cinque soggetti affetti da autismo. Negli ultimi anni sono state presentate molte richieste da parte di persone adulte che non hanno ottenuto il diploma per diversi fattori, tra i quali la mancanza di una diagnosi di autismo, soprattutto ad alto funzionamento, o l‘impossibilità da parte delle scuole di riconoscere subito l’autistico tra i suoi studenti.

Alstom, multinazionale che si occupa dei sistemi di controllo dei trasporti ferroviari, ha chiesto all’Ausl di aiutarla a individuare cinque soggetti autistici ad alto funzionamento con uno spiccato interesse per i computer. Cosa significa essere un autistico ad alto funzionamento? Si tratta di persone che presentano una predisposizione spiccata verso una materia o un tema, specie se scientifico. Basta pensare che erano autistici Newton, Einstein, Leonardo Da Vinci, Mozart, Steve Jobs e Bill Gates.

 Ecco quindi il progetto chiamato “Rain Man”, che in Alstom ha visto incontri formativi non solo per i cinque autistici, ma anche per i dipendenti che poi si sono trovati questi nuovi, particolari, colleghi. E infine consulenza per le famiglie dei cinque  per integrarli nel miglior modo possibile. Il loro lavoro oggi consiste nel ‘controllo del controllo’ dei trasporti ferroviari, impiego estremamente qualificato. L’azienda ha chiesto a due dei cinque neo dipendenti alcune trasferte sia in Italia che all’estero. Dopo due anni di formazione all’interno dell’impresa, i cinque autistici hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato e con una retribuzione pari a quella di un ingegnere. Questo anche se alcuni non hanno la laurea. Una dimostrazione e un riconoscimento delle loro capacità.

Irene Di Rienzo, Elena Pettazzoni, Dhyana Schirra